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Gatsby. L'uomo, il trionfo, la caduta.
Questo romanzo mi ha colpita nel profondo. Provai a leggerlo da adolescente ma non ne avevo colto la carica di innovazione, mi sembrava una storia profondamente banale e ripetitiva, così decisi di interrompere la lettura dopo la prima ventina di pagine. Condizionata anche dal film del 2013 con Leonardo di Caprio( film che reputo bellissimo in tutto tranne che nella scelta dell'attrice per Daisy, poco adatta al ruolo secondo me), mi sono decisa a rileggerlo e non me ne sono affatto pentita. Il libro offre uno spaccato straordinariamente fedele di quello che doveva essere il clima dei ruggenti anni venti tra gli americani ricchi, clima nel quale emerge trionfalmente Gatsby, così pregno di mistero e talmente chiacchierato da sembrare più una figura mitologica che una vera e propria persona. Le attuali caratteristiche di Gatsby e soprattutto la sua immensa ricchezza sono la molla con la quale Gatsby tenta l'impresa della vita: conquistare il suo amore di gioventù, Daisy. Il libro però non parla solo di una storia d'amore non realizzata, ma di molto altro. Parla di conflitto sociale, di differenze tra nuovi ricchi e persone facoltose da generazioni e generazioni, al punto che il lettore si chiede se l'amore di Gatsby per Daisy non sia solo un sentimento puro ma anche una sorta di sublimazione del riscatto sociale tanto anelato dal protagonista fin dal suo primo incontro con lei. Quel che è certo è che l'amore di Daisy per Gatsby è infantile, di facciata, e si rivolge più alla sua condizione economica che non a lui personalmente.
Gatsby cade nella trappola del passato, un passato pieno di fantasmi che lo tormentano. Forse l'insegnamento che ci ha comunicato l'autore è proprio questo: il passato non si può ripetere, e forse è meglio così.
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Libro letto e riletto. Forse nessuno fra gli autori americani ci ha offerto una scrittura tanto bella.