Dettagli Recensione
Una riflessione forte e diretta
Frenchtown (Tallahassee), primi anni Sessanta. Edwood Curtis è uno studente modello. Vive da solo con la nonna essendo stato abbandonato dai genitori, tuttavia, ciò non gli impedisce di essere il prediletto tra i vari insegnanti e un grande detentore degli insegnamenti di Martin Luther King. Nonostante le sue origini e la sua etnia è tra i prescelti che verranno introdotti allo studio universitario, potrà cioè frequentare e con anticipo il college della città e cambiare le sue sorti, concedersi una rivincita su quel mondo così ostile che lo circonda. Ha un lavoretto con il quale contribuisce alle spese di famiglia nonché un’indole docile e dedita al rispetto delle regole che lo circondano. È ingenuo, fiducioso, ecco perché accetta un passaggio in macchina che mai avrebbe pensato potesse così cambiarne le sorti. Perché quella macchina è rubata, perché le sue origini non sono tra le favorite dalla società, perché quel fatto lo addita quale delinquente. Lui che nel suo avvenire vedeva tante possibilità e la speranza di una sorte rispettabile e onesta, si ritrova condannato. La Nickel Academy è la sua destinazione, il luogo in cui vengono sbattuti gli sbarbatelli per essere corretti, per essere muniti di quell’educazione di cui sono sprovvisti al momento del loro arrivo. Giunto nel riformatorio intesserà un rapporto con Julian l’unico che come lui è ancora umano. Tra quelle mura il protagonista sarà costretto a resistere ad ogni sorta di violenza, auspicando per la sopravvivenza, auspicando di poter tornare alla libertà, alla vita. Prova a resistere, a tenere un profilo basso, ad attendere che gli eventi facciano il loro corso, ma vuole anche giustizia. La sua onestà, la sua dignità gridano a gran voce dalle sue viscere.
Ispirato alla storia vera della Dozier School for Boys di Marianna in Florida, “I ragazzi della Nickel” è un elaborato che arriva in tutte le sue sfumature, un libro che deve essere letto, che coinvolge e che strazia. Ci sono delle parti davvero dure da affrontare, altre che invitano ad una riflessione sincera su tematiche ancora oggi attuali e a noi vicine (dal razzismo al riscatto sociale).
Un componimento con il quale meritatamente lo scrittore torna a vincere, per la seconda volta, il Premio Pulitzer narrativa 2020, uno scritto che ci parla di discriminazione, di diversità, di onorabilità, di rettitudine, di rispettabilità, di riscatto, di seconde possibilità, di apparenze e molto altro ancora. Da leggere.
«Ci sono grandi forze come Jim Crow, che vogliono tenere sottomessi i neri, e ci sono piccole forze, come la volontà degli altri, che vogliono tenere sottomesso te, e di fronte a tutte queste cose, grandi e piccole, devi drizzare la schiena e rimanere consapevole della tua identità. Le enciclopedie sono vuote. Ci sono imbroglioni che ti offrono il vuoto con un sorriso, mentre altri ti rubano il tuo amor proprio. Devi ricordarti chi sei. […] Non perché un torto fatto a suo fratello era un torto fatto a lui, come dicevano in chiesa, ma perché per lui non intervenire significava compromettere la propria dignità. Pazienza se il signor Marconi aveva detto che non gli importava, pazienza se lui aveva sempre taciuto quando gli amici rubavano sotto i suoi occhi. D’un tratto gli sembrava senza senso aver acquisito l’unico senso possibile.»
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