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I ragazzi della Nickel
 
I ragazzi della Nickel 2020-05-27 16:27:18 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    27 Mag, 2020
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Questo senso di dignità

Colson Whitehead vince nuovamente il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2020 con questo romanzo, “I ragazzi della Nickel”. Ancora una volta un’opera che affonda le sue radici sul tema del razzismo e della violazione dei diritti civili. L’autore infatti aveva già vinto il Pulitzer nel 2017 con “La ferrovia sotterranea”, che raccontava la storia di una schiava in fuga per la libertà.
Questo romanzo invece è ambientato negli Stati Uniti negli anni Sessanta: le sfumature fantastiche de “La ferrovia sotterranea” sono scomparse ed anche quel certo distacco e freddezza che avevo percepito in quella precedente lettura. Stavolta la storia mi ha subito coinvolta anche emotivamente, pur nella sua crudeltà e violenza, pur nella sua estrema tristezza, è rimasta una storia capace di commuovere, una storia di dignità, di rispetto, di amicizia ed anche, sì, una storia nella quale la luce della speranza non viene definitivamente spenta.
Elwood è un ragazzo di colore che vive a Tallahassee, quattrocento chilometri a sud di Atlanta. E’ intelligente e capace, meticoloso, uno studente modello; lavora in una tabaccheria per aiutare la nonna e mettere da parte i soldi per andare al college.
Un giorno si trova nel classico posto sbagliato al momento sbagliato: fa l’autostop per arrivare al college e sale su un’auto rubata. Da quel momento il suo mondo, i suoi sogni e i suoi progetti precipitano. Viene rinchiuso in una specie di riformatorio, la Nickel. Non ha la possibilità di controbattere in alcun modo rispetto all’ingiustizia che ha subito. L’unica persona che costituisce la sua famiglia, la nonna Harriet, spende tutti i risparmi per pagare un avvocato che si dimostrerà un impostore.
Elwood, rinchiuso alla Nickel, subirà, come gli altri ragazzi, una serie di soprusi, abusi, violenze, pestaggi. La logica a quel punto è: sopravvivere mantenendo un profilo basso e aspettare di uscire in qualche modo. Eppure, malgrado il buonsenso e la razionalità gli suggeriscano queste semplici mosse, Elwood non si piega all’annientamento. Lui è resistente. Lui è umano, è onesto, vuole giustizia, vuole dignità.
Alla Nickel fa amicizia con Turner, un ragazzo molto diverso da lui ma ugualmente umano e non del tutto sottomesso all’ingiustizia.
Il libro è un’opera di fantasia ma è ispirato alla vera storia della Dozier School for Boys di Marianna, in Florida.
E’ un romanzo da leggere, coinvolgente, straziante, toccante. Per riflettere, per non dimenticare l’importanza dei diritti umani, per riaffermare il nostro senso di dignità.

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Commenti

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Un autore da tenere d'occhio. Un bel commento, si nota che ti ha smosso molte emozioni. Lo sto leggendo e mi piace molto anche a me.
Tema importante e purtroppo sempre attuale. Ottima segnalazione Chiara.
Che bel commento, Chiara! Non ho letto nulla di Whitehead e questo romanzo non mi aveva colpito, ma la commozione che si avverte nelle tue parole non passa inosservata, lo segno.
Grazie, come sempre.
Ciao, Manu
Sì, un bel libro davvero. Dello stesso autore avevo letto anche "La ferrovia sotterranea " ma questo, secondo me, è decisamente più coinvolgente. Non vedo l'ora di leggere il tuo commento Ioana!
Sì, il tema è purtroppo sempre attuale, davvero...
Ciao Manuela, grazie a te! Questo libro, secondo me, è più bello de "La ferrovia sotterranea ", che pure è indubbiamente un ottimo romanzo. Te lo consiglio!
A presto
Chiara
Cara Chiara, ho letto questo libro diversi mesi fa ma non avevo ancora scritto la recensione perché ne avevo troppe arretrate (ancora oggi è così, mi rimetterò in pari prima o poi ma intanto scrivo questa che mi è scaduto il prestito in biblioteca e devo restituirlo). Sei riuscita a rievocare l'essenza del libro e con grande bravura. Arriva, si respira, si assapora. Bravissima!
Grazie Maria, anche la tua recensione è molto bella! Hai riportato un passo che mi ero segnata anch'io, anche se poi non l'ho messo nel commento... ;))
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