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Aspetta e spera
Ignora quale sarà l’esito nefasto, ma confida paziente e fiducioso aggrappandosi ad un’illusione. Per quindici lunghi anni il vecchio colonnello si reca ogni venerdì ad attendere il battello con il carico postale, certo che prima o poi riceverà quell’avviso della pensione per la guerra civile di cui tutti ormai si sono dimenticati, anche lo Stato sudamericano.
Allarga le braccia l’impiegato postale, Nessuno scrive al colonnello.
Nel frattempo, la moglie cuce camicie da arlecchino assemblando abiti consunti, sopporta la malattia che diviene agonia e la fame è una morsa che stringe lo stomaco, sotto quel sottile strato di zuppa di grano rubato al gallo. Il bel gallo da combattimento che un giorno con le sue vittorie porterà il benessere a casa, illusione tra le illusioni, un becco da sfamare che toglie briciole alle bocche vuote.
Un romanzo breve che lascia tanta amarezza mentre la miseria erode ogni supporto e la pazienza libera il terreno dai vecchi calcinacci, per fare spazio ai nuovi. Chi ha aspettato tanto può aspettare ancora, sostiene il colonnello.
Piove adagio e ininterrottamente, quella pioggia che è entrata nella testa allagando ogni angolo di Macondo e mi fa venire i brividi di gioia perché è il Caribe che sta nelle pagine di Garcia Marquez e da nessuna altra parte al mondo, nessuna.
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me ne mancano solo un paio di Garcia Marquez e fra quelli c'è proprio il titolo che citi, mi spiace.
Il mio preferito è L'amore ai tempi del colera.
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