Dettagli Recensione
E SE LA TUA VITA NON FOSSE VITA?
SPOILER
Questo libro mi ha lasciata con qualche interrogativo e inevitabilmente mi ha lasciato l’amaro in bocca (e nel cuore). La protagonista Kathy H, si rivolge al lettore raccontando con molta nostalgia e con descrizioni molto dettagliate il suo passato. Pare una narrazione normale dove una donna che fa l’assistente ha voglia di tornare indietro nel tempo per ricevere un po’ di conforto.
Il racconto e i ricordi si possono dividere in tre fasi:
1. Infanzia e l’adolescenza ad Hailshaim
2. Il tempo adolescenziale ai Cottages
3. L’età adulta
Pare un romanzo di formazione in un contesto lievemente distopico, ma Ishiguro e Kathy ci riveleranno i dettagli di questa realtà, pagina dopo pagina e noi lettori non possiamo fare altro che realizzare la durezza di certi eventi che saremo in grado di comprendere appieno alla fine della narrazione.
1. Infanzia e l’adolescenza ad Hailshaim: la protagonista è molto legata a questo luogo perché è tutto quello che le ha dato un senso di appartenenza e dove ha conosciuto gli amici più cari: Tommy e Ruth. Questo collegio prestigioso ospita i bambini fino a quando non saranno in grado di vivere in autonomia, senza tutori. Fin qui pare una storia piuttosto normale, ma man mano gli indizi vengono seminati: cos’è un donatore? Perché i bambini devono dedicarsi così tanto all’arte? Perché essa è simbolo di accettazione all’interno dell’istituto? Perché la misteriosa Madame porta via alcuni dei loro disegni e li mette nella sua Galleria? La giovane protagonista nel suo viaggio nei ricordi rievoca tutte queste vicende realizzando che molti indizi erano già presenti sin dai primi anni ad Hailshaim, ma che per via dell’ingenuità non erano mai stati colti da nessuno. Ma quando i ragazzi hanno quindici anni, Miss Lucy decide di vuotare il sacco: gli studenti sono stati creati per essere dei donatori e non avranno mai il futuro che tanto fantasticano di avere. Sin dall’inizio era stato stabilito: saranno dei donatori di organi. C’è una rinuncia nel reagire, sia per la giovane età, sia per la minor intensità emotiva da loro provata. All’età di sedici anni, Tommy e Ruth si fidanzano. Questa è la fase della vita in cui cercano un senso di appartenenza, la propria identità e vivono le prime esperienze sessuali. L’unica preoccupazione legata al sesso è la protezione dalle malattie, dato che non possono avere figli.
2. Il tempo adolescenziale ai Cottages: il gruppo di amici ha i primi screzi, Kathy non vuole aprirsi troppo agli altri studenti, ma vorrebbe stare con la sua solita cerchia di Hailshaim. Questi luoghi sono privi della presenza di tutori, ci sono solo studenti, i cosiddetti veterani, sono coloro che si prendono più cura dei più giovani, ma qui si impara l’autonomia e a prendersi cura dell’altro. Emerge qui la “teoria dei possibili” ovvero che, ognuno di loro ha una copia umana che può trovarsi in città, pare che un veterano abbia visto il possibile di Ruth in un ufficio. Ma ancora una volta viene loro sbattuta in faccia la triste realtà: non sono altro che copie di vagabondi, prostitute, ubriachi, nonché i reietti della società. Il rapporto tra Kathy e Tommy è stato sempre molto tenero e materno da parte di lei, durante un viaggio nel Norfolk lui le ritrova una musicassetta perduta molti anni prima e che amava molto. Sin da bambini avevano l’idea che il Norfolk fosse il luogo delle cose perdute che potevano essere ritrovate. Ruth, un giorno confida a Kathy che Tommy la vede solo come un’amica pur essendo conscia che il loro amore sta cambiando. All’interno della struttura gira la voce di un “rinvio” di tre anni se una coppia riesce a dimostrare di amarsi davvero. La protagonista decide di partire, visto che i rapporti con i suoi migliori amici stanno radicalmente cambiando, inizia così la sua fase della vita come assistente.
3. La scena si apre a sette anni esatti dopo la vita ai Cottages, ritroviamo le due vecchie amiche: una nei panni di assistente e l’altra è già diventata una donatrice. Ruth desidera andare a trovare Tommy dopo tanti anni e quando l’incontro tra i tre avviene, lei si scusa per averli tenuti separati così a lungo, ma loro dovrebbero provare a chiedere il rinvio. Dopo la morte dell’amica, a seguito di un’altra donazione, Kathy diventa assistente di Tommy. Il loro amore tanto agognato sboccerà con molto ritardo ma consapevoli di avere una possibilità si recano da Madame a chiedere aiuto. La verità tristemente shockante è che non esiste nessun rinvio, era solo una voce messa in giro dagli studenti che non è mai stata soffocata. Era come un inno alla speranza, una specie di resistenza inconscia, passiva… Hailshaim era una piccola bolla di speranza in cui Madame e la preside Miss Emily hanno combattuto affinché gli studenti avessero una vita dignitosa. Questo movimento di ribellione non è bastato alle autorità come non sono bastate le creazioni artistiche dei piccoli: una chiara prova dell’esistenza di un’anima e di emozioni umane. La Galleria serviva proprio come prova, ma in un mondo in cui il progresso scientifico ha fatto grandi passi avanti per la cura del cancro grazie ai donatori, non c’è spazio per considerare la loro umanità. Lo scopo primario per cui sono nati deve essere portato a termine. Ed è qui che il lettore riceve un colpo forte al petto: la speranza è negata e ciò viene accettato passivamente dalla coppia che si è sempre amata ma non c’è più nulla da fare. Come si può non essere colpiti da una rivelazione del genere? Perché Madame non interviene? A detta sua, quel che era etico fare è stato fatto ai tempi di Hailshaim seppur il ribrezzo e la paura che gli “umani” provavano confronti dei loro salvatori. Dov'è l’umanità? Perché si è spenta? Perché si vuole andare contro natura sfruttando la vita di qualcuno per i propri scopi? È etico sfruttare la vita di qualcuno per salvarne un’altra in modo programmato? E’ giusto togliere gli organi vitali, uno dopo l’altro come in un “Allegro Chirurgo” sadico ad individui che persino provano emozioni, lasciandoli deperire lentamente? Si rimane con molte domande intrappolati nei ricordi della ragazza che vive gli ultimi istanti con l’amato con naturalezza e senza drammi: era programmato. Lui non vuole che lei lo assista più nella sua ultima fase e lei lo asseconda, il loro addio è un lieve bacio.
Due settimane dopo la morte di Tommy, Kathy è nel Norfolk in lacrime, sperando di ritrovare ciò che ha perduto. Ora è completamente sola, senza appigli, senza la sua famiglia, senza amore. È prossima alla fine dalla quale cerca di scappare facendo l’assistente; forse è un modo per vivere la ribellione, posticipando la fase delle donazioni più che può. Forse la canzone “Never let me go” nella musicassetta avrebbe potuto parlare di loro: il finale del libro pare simbolico e legato a questo oggetto, ma c’è di più. Sono invece le parole di Madame che danno un ulteriore senso: un giorno vide ballare la piccola Kathy; si mise a piangere per aver visto dei sentimenti. Nel suo immaginario questa “non umana” stava nostalgicamente salutando il vecchio mondo che non l’avrebbe più potuta proteggere da un mondo crudele pronto a strapparle la cosa più importante: la vita.
Questo è un racconto sulla vita, sulle sue difficoltà, sul dono prezioso che abbiamo e che diamo per scontato e cosa vuol dire nascere nel posto sbagliato. La storia d’amore è marginale, è solo un’esperienza che puoi fare nel percorso dell’esistenza. Qui il dono della loro vita è stato pensato ingiustamente per qualcun altro e non per i protagonisti. Non gli resta altro che sopravvivere cercando di illudersi di vivere fino alla fine.
"Continuo a pensare a un fiume da qualche parte là fuori, con l'acqua che scorre velocissima. E quelle due persone nell'acqua, che cercano di tenersi strette, più che possono, ma alla fine devono desistere. La corrente è troppo forte. Devono mollare, separarsi. È la stessa cosa per noi. È un peccato, Kath, perché ci siamo amati per tutta la vita... Ma alla fine non possiamo rimanere insieme per sempre"
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |