Dettagli Recensione
Vola solo chi osa farlo.
Una bellissima favola, commovente, che vorrei leggere ai miei nipotini per far loro comprendere il senso della vita, la tolleranza verso tutti e la coraggiosa capacità di affrontare le avversità. E’ la storia di una gabbiana scivolata in un mare impregnato di petrolio (siamo alla foce dell’Elba, nei pressi di Amburgo): prima di morire, riesce a deporre un uovo, che verrà preso in custodia da un gattone nero, Zorba, e da alcuni suoi compari, gatti del porto, una combriccola affiatata che, dopo aver dato degna sepoltura al volatile defunto, decidono solennemente di provvedere al nascituro, che sarà femmina e verrà chiamata Fortunata. La neonata chiama mamma il gatto che si è preso la briga di covarla, si affeziona al gruppo, soprattutto a Zorba, che riesce a proteggerla, in casa e nei locali del porto, da pericoli e dalla fame di gattacci sbandati. Ma ecco il momento decisivo: bisogna insegnare alla gabbianella l’arte del volo e chi può dare consigli meglio di Diderot, gatto saggio, e della sua poderosa biblioteca (ovvio!) in più volumi. I tentativi falliscono, resta un’ultima opzione: consultare un famoso Poeta, parlargli nella lingua degli uomini (Zorba conosce tutte le lingue!), sapendo però di infrangere un ancestrale tabù. E così avviene. Il Poeta ( che”vola con le parole”) legge al gattone alcuni versi di una poesia di Bernardo Atxaga, il maggior scrittore basco vivente, versi che esprimono tutta la struggente “umanità” dei gabbiani: “… ma il loro piccolo cuore … per nulla sospira tanto come per quella pioggia sciocca che quasi sempre porta il vento, che quasi sempre porta il sole”. E in una notte piovosa, dalla cima del campanile della Chiesa di San Michele, al cospetto degli amici gatti e del Poeta, la gabbianella spiccherà finalmente il volo, librandosi felice nel cielo piovoso della notte amburghese. E qui un lettore sensibile non può non essere colto da un brivido di commozione.
Commozione ed emozione per la favola bella che Sepulveda ci ha regalato, un lungo racconto che riesce a toccare le corde profonde dell’animo umano. Un racconto su storie di animali che insegna tante cose anche a noi umani. In primis ci ammaestra che non bisogna temere la diversità, cercando di andare d’accordo anche e soprattutto con chi non è come noi: il gattone Zorda e la timida gabbianella sono un pratico esempio. Ci educa anche sul comportamento nei confronti di alcune specie di animali, che, quando assumono caratteristiche particolari, vengono ghettizzati o sfruttati : vedi i pappagalli parlanti chiusi in gabbia, certi animali esibiti nei circhi o negli zoo, i delfini costretti a fare i pagliacci nelle piscine. Infine un grande mònito: non avere paura di sperimentare o affrontare l’ignoto, e la gabbianella è un esempio per tutti, umani compresi. “Vola solo chi osa farlo”, miagola Zorba, con le lacrime dell’addio che annebbiano i suoi occhi gialli “di gatto nero, grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto”.
Da leggere senz’altro, e, per chi l’ha già letto, da rileggere, per riflettere e capire.