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Holden
Classe 1951, “Il giovane Holden” (“The Catcher in the rye” nel suo titolo originario), narra, nell’arco di tempo di un fine settimana, le vicissitudini di un sedicenne adolescente che lascia l’ennesimo istituto scolastico all’interno del quale si trova. Caulfield, con i suoi modi rudi e truci, con il suo linguaggio pungente e la sua istintività dovuta al carattere ma anche alla giovane età, suscita reazioni differenti nel conoscitore che da un lato ne è attratto ma che dall’altro ne è respinto. Perché Holden è il classico personaggio che non è instradato su una via precostituita in quanto, al contrario, la rifugge, la rinnega. Non la concepisce proprio. Ama leggere e non se la cava male con i temi tanto da aver quasi stima di un unico professore che tenta di farlo ragionare senza di fatto riuscirvi a causa di un gesto eccessivo, una ramanzina involontaria o forse semplicemente, un fraintendimento. E poi c’è lei, la sorellina. Forse il suo unico vero legame, forse l’unico amore.
Di fatto il titolo invita il lettore a soffermare la propria attenzione su quei movimenti che si tradurranno nei fenomeni culturali e sociali che l'avventuriero contemporaneo ha conosciuto. Per quanto riguarda la piacevolezza questa è variabile e muta in funzione delle aspettative ma anche dell’età del chi legge. Va letto tenendo conto della prospettiva del tempo ma anche in funzione alle peculiarità del protagonista con il quale si può essere in linea e non.
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