Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Si dice casa
"... essere capaci di provare rimorso, e di mostrarsi pentiti se abbiamo fatto qualcosa che ha ferito altre persone, è questo che ci mantiene umani" .
Devo premettere che ho scelto questa lettura pensando di trovarvi la continuazione di "Lucy Barton", romanzo che avevo apprezzato .
C'è anche lei, certo, e ci sono (in presenza o in memoria) i suoi famigliari. Si conosce la brillante carriera letteraria di Lucy, ora è celebre, spesso appare in televisione; ma troviamo anche il suo disagio nel tornare alla vecchia casa, ora abitata dal fratello. Poi i ricordi del passato, carenze e quant'altro : "Lucy Barton aveva avuto la sua dose di vergogna; accidenti se l'aveva avuta. E si era rialzata esattamente da lì ".
Il fratello, dopo tanti anni che non la rivede, "si era aspettato (...) che la presenza di Lucy avrebbe scintillato di luce propria. Lei invece era più bassa di come la ricordava, e molto più magra. Ed era vecchia! " .
La struttura del libro però è poco lineare, per cui s'intercalano capitoli che vertono su altri personaggi, altre vicende. Una struttura a me poco congeniale, non essendo un lettore di racconti.
La scrittura della Strout è come sempre abbastanza scorrevole, ma qui piuttosto dispersiva, per cui ho trovato poco agevole la leggibilità.
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
Fra i libri letti della Strout, ho preferito "I ragazzi Burgess" , con una sorprendente parte finale (un piccolo 'colpo di genio' ) che porta il lettore a ripensare retrospettivamente l'intera vicenda.
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Devo dire che a me invece i racconti piacciono molto, certe volte li preferisco ai romanzi e ho trovato interessante la formula della Strout di intrecciarli, facendo interagire i diversi personaggi.
Ho acquistato ma non ancora letto Mi chiamo Lucy Barton, aspetto il momento giusto :-)
Tu lo preferisci al suo seguito in assoluto oppure perché il secondo non aggiunge nulla di più?