Dettagli Recensione
Quando la natura diventa la protagonista
È un testo dalle molte anime: nella prima parte può sembrare un romanzo di formazione per ragazzi, con pagine che potrebbero comparire (e forse compaiono) nelle antologie scolastiche delle scuole medie inferiori; assume poi i toni di un libro di denuncia sociale, soprattutto riguardo alla violenza sulle donne; è un testo di contemplazione ambientale (la descrizione della selvaggia e meravigliosa natura dell’Alaska ha un ruolo centrale); diventa ad un certo punto un vero e proprio thriller; è anche un romanzo d’amore, che acquisisce soprattutto nel finale le sfumature struggenti del racconto “rosa”. In tutti questi passaggi non viene meno il coinvolgimento del lettore, che segue con interesse l’evoluzione della situazione della famiglia Allbright.
Su tutto domina l’elemento “insicurezza”: da un lato incombe la minaccia costituita dalle turbe psichiche di Ernt, il padre, cui nessuno è riuscito a dare un valido supporto psicologico dopo il suo ritorno dal Vietnam; e dall’altro i pericoli del lungo e ostile inverno alaskiano, che la famiglia affronta senza alcuna preparazione.
Si legge volentieri e permette di conoscere un ambiente affascinante nella sua inospitalità, ben noto all’autrice che vi ha vissuto a lungo. E in fondo è proprio questo ambiente a caratterizzare il romanzo, che altrimenti risulterebbe un po’ scontato e a volte poco credibile.
Lo stile dell’autrice è piacevole, ma sicuramente molto “femminile” (lo si nota ad esempio nella descrizione piuttosto pedante di abiti, colori e acconciature dei vari personaggi). Ho trovato il finale un po’ troppo struggente e mieloso. Comunque nel complesso un libro che soddisfa.