Dettagli Recensione
Un romanzo originale sul tema scomparsa di persone
Emma Healey nel 2014, a 28 anni, ha pubblicato il suo primo romanzo, Elisabeth è scomparsa, avendo subito un buon successo. Infatti questo romanzo è stato subito ripubblicato, come dice il risvolto di copertina, in più di venti paesi, tra cui l’Italia. E’ senz’altro un romanzo originale: la narrazione viene condotta attraverso le parole e i pensieri di Maud, una donna anziana di 82 anni che ha evidenti problemi di memoria. Si direbbe la classica persona candidata a scomparire.
Infatti, ogni tanto la figlia la perde di vista, ma, grazie anche al fatto che è conosciuta anche dalla locale stazione di polizia, se la cava sempre.
Il luogo in cui si svolge l’azione è una località marina dell’Inghilterra meridionale, una città che, nell’immediato dopoguerra, è ancora disseminata di rovine dei bombardamenti aerei, afflitta dalla povertà e dal razionamento alimentare e, sorprendentemente, anche dalla frequente scomparsa di persone.
Il tema fondamentale del romanzo è proprio la scomparsa. “Elisabeth è scomparsa” è la litania ricorrente della protagonista, Maud, cui nessuno dà retta, né la figlia, né il figlio dell’amica scomparsa, né la polizia; tant’è vero che Maud arriva, un po’ avventurosamente, a pubblicare un’inserzione sul giornale locale. In realtà, nella sua mente offuscata dalla malattia, emerge ogni tanto il ricordo di una persona veramente scomparsa proprio nell’immediato dopoguerra, la sorella maggiore Sukey. Quindi il lettore si ritrova a seguire i pensieri frammentari della protagonista, la sua fatica di ritrovare un filo del proprio pensiero e della propria esperienza di vita e rischia di perdersi in questo andirivieni di pensieri e di ricordi che compaiono e scompaiono, nella confusione dei piani temporali, ove il presente e il passato si intersecano e si sovrappongono continuamente. Quindi, sembra di perdersi in una realtà mentale confusa e al limite dell’allucinazione, di non trovare un filo conduttore che porti alla soluzione del giallo che a poco a poco emerge come il mistero vero e proprio che sta alla base dell’esperienza di vita di Maud.
Invece, alla fine, come per un incantesimo, il mistero si scioglie: la figlia capisce finalmente il legame tra la non-scomparsa di Elisabeth e la scomparsa della zia, avvenuta quasi settant’anni prima e decide di seguire questa intuizione per porre fine al mistero e mettere la parola fine alla tormentosa ricerca, da parte della madre, della sorella scomparsa.
Per noi di Penelope, nonché genitori di uno scomparso, è una lettura ideale, sia perché ci aiuta a capire i problemi e le difficoltà delle persone con patologie legate all’età e, per questo, a rischio di scomparire, sia perché propone come tema la sofferenza dei familiari di una persona scomparsa e la loro tormentosa ricerca della verità.