Dettagli Recensione
Victor Mancini
«Immaginati una persona che cresce tanto stupida da non sapere che la speranza non è che una delle tante fasi che prima o poi si superano. Che davvero ha pensato fosse possibile fare qualcosa, una cosa qualsiasi, che durasse per sempre»
Un giovane americano, Victor Mancini, con un lavoro arrangiato e uno stipendio ancor meno ben remunerato che si inventa uno stratagemma per guadagnare facile e pagare la retta della residenza psichiatrica in cui la madre soggiorna, altro non è che il protagonista di questa eclettica storia a firma Chuck Palahniuk. Opera, quest’ultima, che o si ama o si odia perché già dal suo incipit l’avvertimento è chiaro: “Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero”.
Ed effettivamente nessun avvertimento può essere più azzeccato perché la sensazione che sussegue nella lettura è esattamente quella di un volersi trovare da tutt’altra parte. Perché l’autore nulla risparmia al conoscitore che viene travolto da descrizioni talvolta molto volgari (sessuali, sull’infanzia e non) e da un costante senso di “navigazione a vista” e da un travagliato senso di vivere allo sbando mixato al perenne senso di solitudine.
Perché il messaggio che arriva si riassume nell’espressione: “Si nasce soli e si muore soli”. Ogni individuo è affiancato da relazioni di maggiore o minore intensità, amicizie, conoscenze, legami, relazioni e chi più ne ha, più ne metta, che non fanno altro che far da cornice al vissuto perché nulla può colmare davvero quel bisogno di affetto e di costante ricerca di quel qualcosa che ci faccia sentire pieni.
Pagina dopo pagina iniziamo inoltre a scoprire del passato di questo antieroe cresciuto con una madre che a sua volta vive di espedienti (addirittura prostituendosi) ma che sinceramente prova affetto per quel figlio che viene di poi affidato ad una famiglia affidataria ma che ella a tutti i costi vuole riavere con sé.
Un libro caratterizzato da una penna cruda e da un messaggio duro che divide. O si ama, o si odia.
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Commenti
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”Troppi ma e troppi se in tutte le recensioni e commenti che leggo qui dentro. Il libro è una merda. Punto.”
durante la lettura di questo libro ci sono stati momenti in cui piuttosto che proseguire avrei preferito pagare il bollo dell’auto.
Ho portato a termine la lettura solo per quella parvenza di disturbo ossessivo-compulsivo che avrebbe potuto lasciarmi accesa qualche spia luminosa nel cervello. Punto.
Frasi arricchite da descrizioni così lunghe che è quasi impossibile non pensare che si tratta di un brodo allungato con del vino annacquato.
Finalmente questa notte sono giunto al termine di questo che a questo punto non mi resta che definire un semplice quaderno dopato per sembrare un libro e che, tra l’altro, si conclude con una supercazzola di cui non ho capito un cazzo.
Spero la mia schietta sincerità non scandalizzi nessuno perchè...avete sicuramente letto di peggio.
Punto.
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Palahniuk è un autore particolarissimo... molto crudo nei messaggi e nella penna proprio come dici tu. Io non ho ancora capito se lo amo o lo odio... ho amato Fight Club, ma il film che ne è stato tratto più del libro. Tuttavia, non si può negare che l'idea di base sia contenuta in quest'ultimo... cavolo, divide pure nella decisione sul se lo si ama o lo si odia! :D