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Il cuore dell’esistenza
Un viaggio a ritroso nella propria infanzia e la constatazione, reale ed amara, che i ricordi e le sensazioni di oggi non sono più quelle di un tempo, ne contengono solamente il guscio, sottratti al proprio stato interiore, scenari diversi scavati nella memoria.
Nel cuore di una Cina trasformista, che vive il profondo contrasto città-campagna, il protagonista tratteggia la propria crescita in due archi temporali ed in due famiglie, allontanato per cinque anni dal nucleo d’ origine.
Un iter temporale scandito dai ritmi interiori e della natura ( “ nacqui nella stagione in cui si taglia il riso “ ), la consapevolezza di non vivere sulla terra, ma in un tempo che sospinge avanti o riporta indietro trasformando il proprio aspetto.
La vita è un fiume pulsante che scorre imperturbabile ingoiando il presente, amici, parenti, compagni di scuola, conoscenti accompagnano una ridda di sentimenti, una educazione sentimentale che ha forgiato sensazioni indelebili, visi, profumi, immagini che un tempo parevano insipide ed oggi prevedono una lettura diversa, sensazioni uniche sospese nell’io più profondo.
Ecco susseguirsi, in un tempo dilatato che segue la logica del ricordo, amicizie vere e presunte, la bellezza crudelmente esposta, appassita, caduta e dispersa, l’ importanza di fantasia e speranza, il senso del tempo, vita e morte, gli incomprensibili comportamenti degli adulti, il giocoso ed immaginifico universo infantile preventivamente sottratto alla proprio destino o ad esso irrimediabilmente indirizzato, il ritorno all’ infanzia alle soglie della vecchiaia accompagnati da un senso di pacificazione.
C’è una lentezza, costante, inesorabile, onnipresente, l’ arrestarsi di immagini tra gli avvenimenti, una concezione temporale diversa, oggi, la constatazione del protagonista di essere stato poco amato se non in alcuni momenti, ma anche che ciascuno ha lasciato delle gocce indelebili nella memoria.
C’è una vita semplice nel proprio manifestarsi e crudelmente esposta al ciclo stagionale della campagna, a fame e carestia, dettata da ritmi e tradizioni secolari, strani accadimenti, superstizioni obsolete, ma anche la vivacità ed istintualità di un piccolo mondo infantile rarefatto, nel quale i gesti assumono contorni e forma .
C’è una vita che non ha altro significato se non il continuare a viverla ed un destino comune, parte di un tutto, nelle lacrime di un bufalo che sta per essere sgozzato e che cadono sul fango come gocce di pioggia durante un temporale.
... “ la vita, di fronte al proprio annientamento, appare piuttosto restia ad abbandonare il passato, l’ espressione del bufalo non era soltanto di dolore, era una sorta di disperazione, i suoi occhi si erano arrossati, quel suo rinunciare con umiltà alla vita, morendo senza opporre alcuna resistenza, palesava ai miei occhi una inquietante visione frantumata “...
Questo il mondo di Yu Hua, un microcosmo di sensazioni vivide scandite da un moto perpetuo, armoniosa presenza in un caos apparente che coglie e fissa sensazioni che furono trasformandole in sentimenti, attimi eterni di un’ esistenza pulsante.
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Commenti
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Quanto alla letteratura giapponese, si avvicina ai miei gusti, ma non ne sono un così grande intenditore...
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Mentre amo e conosco abbastanza la letteratura giapponese, quella cinese è per me un campo sconosciuto. Non so che cosa rimanga dell'antica cultura e saggezza. Temo che la dittatura e l'ideologia abbiano spazzato via tutto.