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La discesa nell'abisso
La seconda guerra mondiale raccontata dall'ufficiale delle SS Maximilien Aue, figura tragica calata in avvenimenti storici e logiche di potere più grandi di lui, che spesso subisce senza aver mai il coraggio di ribellarvisi. Lo vediamo partecipare, seppur senza traccia di zelo, ai massacri di ebrei nell'Ucraina appena occupata dopo l'inizio dell'Operazione Barbarossa (pagine che rappresentano un vero e proprio pugno nello stomaco) ed ancora arrancare fra le rovine di Stalingrado. Nel mezzo le parentesi della Crimea e soprattutto del Caucaso, dove la guerra non è più protagonista assoluta e dove c'è spazio per viaggiare con la fantasia e filosofeggiare assieme a Voss sulla storia del linguaggio e delle culture. E poi c'è Berlino, dove Aue prende servizio dopo essere stato rimpatriato causa grave incidente a Stalingrado e dove riesce, tessendo tutta una serie di rapporti con personaggi di potere, a fare carriera fino a diventare uomo di punta delle SS nella gestione dei campi di concentramento. Berlino è anche il luogo dell'epilogo del romanzo, e dell'incontro surreale e grottesco nel bunker con Hitler. Sullo sfondo, la morbosa storia d'amore con la sorella, che contribuisce a rappresentare in tutta la sua fragilità ed incompiutezza un personaggio suo malgrado carnefice. Capolavoro assoluto
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Non l'ho letto per intero. Colpito e non positivamente solo da sprazzi di atrocità.
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