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Fate i bravi ma non troppo!
Non doveva essere altro che una settimana di vacanza dedita alla pesca e al relax dopo aver dato origine all’universo, non doveva essere altro che una piccola pausa dopo tanta fatica. Una settimana che però corrisponde a cinque secoli di tempo terrestre e che fa sì che, al suo ritorno, Dio si trovi innanzi ad una situazione completamente stravolta rispetto a quella che ha lasciato: da pieno Rinascimento, quando un continente a settimana veniva scoperto, adesso il pianeta è ridotto ad un immondezzaio, con genocidi e guerre che si susseguono senza pietà, con violenze di ogni genere e su ogni età che non risparmiano nessuno, neanche i bambini. Che fare? Come porre rimedio alla situazione catastrofica che si è venuta a creare? Dio non solo è depresso ma è anche estremamente arrabbiato, non ha altra alternativa che rimandare tra gli uomini suo figlio, Gesù. Quest’ultimo non è però propriamente in forma, forse ha frequentato un po’ troppo Jimi Hendrix e forse ha un po’ esagerato con le canne, di fatto non è molto responsabile. E dire che il padreterno si era pronunciato in un unico consiglio: “fate i bravi”!
Con una penna ironica, sarcastica e dissacrante, John Niven dona al suo lettore un elaborato che sa far sorridere e in cui il bersaglio principale è la Chiesa con i suoi dogmi e la sua stratificazione temporale. Le figure sante a cui siamo abituati vengono in questa opera molto umanizzate tanto nei gesti quanto negli usi e costumi. Il linguaggio può risultare essere a volte troppo sboccato e poco curato, cosa che può far storcere il naso risultando eccessivo. E non tanto per una questione prettamente religiosa che esula da chiunque decida di avvicinarsi a questo titolo, bensì quanto una impostazione prettamente narrativa che già di suo è ben delineata e radicata.
In conclusione, una lettura interessante che sa far sorridere, tuttavia, non indimenticabile.