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La nube purpurea
 
La nube purpurea 2020-03-28 06:56:25 lalibreriadiciffa
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
lalibreriadiciffa Opinione inserita da lalibreriadiciffa    28 Marzo, 2020
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Ne rimarrà solo uno

Matthew P. Shiel è stato un famoso autore britannico, nato nel 1865 figlio di un predicatore, vive un’infanzia densa di religione e misticismo. Ancora adolescente, viene incoronato re di un’isola nei Caraibi. Tornato a Londra, diventa medico e stringe una serie di amicizie con personaggi interessanti tra i quali spicca Oscar Wilde.

La nube purpurea è il suo libro capolavoro. Romanzo fantascientifico del 1901, che non viene però riconosciuto come tale in patria e resta sconosciuto ai più. Viene pubblicato in Italia nel 1967 da Adelphi e diventa un testo subito molto apprezzato dai lettori dell'epoca.
Uno dei motivi che ha influito sul cattivo andamento delle vendite del romanzo in Inghilterra è stato dato dallo stile dell’autore che appariva troppo complesso, quando ai tempi, ad un romanzo fantascientifico, veniva richiesta un'estrema facilità di fruizione (un po' alla stregua dei romance dei giorni nostri).

Il libro comincia con una complessa situazione: Shiel afferma di aver ricevuto da un amico una serie di manoscritti che riportano i discorsi, spesso deliranti, di una delle sue pazienti, che in stato di trance, si dice capace di viaggiare nel tempo. Il romanzo vero e proprio narra le vicende descritte nel quaderno «III» che rappresenta il racconto dei fatti della "Nube purpurea".
Il protagonista di questo libro, ambientato nel futuro è Adam Jeffson, giovane medico – ater ego di Shiel stesso – che ha un "dono", infatti fin dall’infanzia, dentro di sé, ha sempre avvertito due voci opposte che lo hanno guidato nelle scelte della sua vita tra giusto e sbagliato e tra il bene e il male.
Il testamento dell’eccentrico Mr. Charles P. Stickney, che promette centosettantacinque milioni di dollari al primo capace di toccare il Polo Nord, scatena in Inghilterra un interesse febbrile per le varie spedizioni. A questo punto Adam, segue l'istinto e la voce "negativa" nella sua testa, con l'avallo offerto dalla ricca Clodagh, sua futura sposa e si imbarca per l’avventura.
Durante il viaggio perde tutti i suoi compagni e, dopo aver raggiunto l'agognata meta, si rende conto che la nube purpurea che si è innalzata fino a coprire il cielo, ha portato allo sterminio del genere umano.
Rimasto solo e incredulo, inizia quindi a girare per il mondo, unico abitante. Brucia palazzi e città per diletto, in ogni dove scopre corpi umani perfettamente conservati dai vapori della nube, in uno sterminato cimitero a cielo aperto. Ritorna nei posti che aveva amato e visita quelli che aveva sognato di visitare, scopre anche con orrore che il mare ha inghiottito parti di terraferma, ridisegnando un nuovo mondo emerso. Durante il suo peregrinare documenta i suoi spostamenti per non impazzire. Shiel ricrea, grazie a un metodo di scrittura carico di metafore, usando imaagini vivide, colori, odori tutti i pensieri del protagonista in maniera maniacale.
Adam non scriverà nulla per diciassette anni che impiegherà per la costruzione di una grande opera, infatti dopo aver distrutto tutto quello che trovava sui suoi passi, capisce che deve lasciare una traccia della sua presenza in questo mondo, unico tra gli uomini, e divide di costruire un tempio.

"Perché c’erano molti uomini in giro, ma in realtà ce n’era Uno soltanto, ed ero io. E l’avevo sempre saputo; c’era una voce che mi sussurrava: “Tu sei l’Arci-uno, sei il motivo del mondo, Adam, Adamo, e il resto degli uomini non vale un gran che”. E adesso se ne sono andati…tutti! Tutti!, come senza dubbio meritavano; ed io, com’era giusto, sono rimasto."

Shiel descrive i percorsi fisici, ma soprattutto mentali di Adam, scavando nella paura più grande dell'essere umano: rimanere solo. Alla fine scopriamo che Adam non è davvero solo: c’è una giovane ragazza sopravvissuta, che non sa parlare, Leda. Il loro rapporto si basa su follie, gesti di pietà e scoperte, finché Adam decide di darle fiducia, per iniziare una nuova vita.
Ho trovato il finale un po ' troppo semplicistico, dopo un libro completamente basato su azioni e intenzioni più ragionate e, a volte, disturbanti. Ma a ben guardare, ragionando, questo finale è l’unico possibile: il Bene che trionfa sul Male.

La lettura è risultata abbastanza discreta anche se la mia proverbiale antipatia per il linguaggio datato in cui è scritto il romanzo mi ha fatto arricciare il naso più volte durante le trecento pagine del libro. Il personaggio di Adam è trattato perfettamente, sotto ogni punto di vista, risultando persino antipatico durante le molte situazioni che si vengono a creare. Non posso dare di più di tre stelle e mezzo per questo motivo, ma il libro ha parecchi spunti filosofici e di fede molto importanti e validamente spiegati.
Lo consiglio a chiunque ami i post apocalittici perché è sicuramente una delle pietre miliari del genere.

Ringrazio @oscarvault per avermi fornito la copia cartacea per questa recensione.

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