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Divorzio a Buda
 
Divorzio a Buda 2020-03-24 07:58:34 Molly Bloom
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
2.0
Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    24 Marzo, 2020
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Bene ma non benissimo


Questo è il secondo libro di Marai che un po' mi delude, dopo "L'Eredità di Estzer" e fondamentalmente per gli stessi motivi: lo trovo ripetitivo sia negli argomenti che nello stile. Mi sembra di aver letto una forma embrionale di "La donna giusta" nella prima parte e di "Le braci" nella seconda. Anche ne "L'Eredità di Estzer" trovai molto di "Le braci", suo capolavoro e che ho amato dall'inizio alla fine. Ma se un lettore comincia a conoscere Marai da questa sua opera, probabilmente correrà il rischio di annoiarsi con alcune delle sue opere antecedenti, cosa che a me sta appunto succedendo.

Libro molto armonioso, "Divorzio a Buda", scritto con la caratteristica prosa limpida ed elegante, nulla da dire ma nel complesso non mi è piaciuto perché non mi ha detto nulla di nuovo. La prima parte parla della vita borghese viennese che è ormai in declino e si ricordano le fortunate generazioni passate - cosa ripresa e studiata minuziosamente in "La donna giusta", la seconda invece diventa un faccia a faccia tra due uomini legati dalla stessa donna (donna che anche qui Marai fa fuori), e quindi il triangolo amoroso di "Le braci" non tarda a far capolino nella memoria del lettore. Stesso mistero e stessa tensione che mano a mano aumenta durante questo dialogo che spesso è in realtà un monologo, una confessione da parte dell'uomo ferito cioè del marito ingannato, sempre con i modi pacati e intelligenti, da gran signori. Ovviamente anche l'inganno, il tradimento, è nobile, sottile, psicologico e non fisico, tutto è fatto con classe nelle storie di Marai, non si sporca mai le mani con bassezze e tutto ha una sua dignità. Ma alla fine mi ha stancato. Nemmeno il finale mi è piaciuto molto. Credo che va benissimo per chi si approccia all'autore per le prime volte e ancor meglio per osservare i progressi che lui fa nelle sue opere precedenti per arrivare a quella forma e a quel contenuto perfetto che "Le braci" rappresenta, oppure per chi semplicemente ama la scrittura di Marai.

"Il tessuto dell'anima è ormai carbonizzato, nessuno sarà mai in grado di porvi rimedio."

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Commenti

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Ioanna, amo molto la scrittura di Marai, nonostante la cocente delusione di "L'eredità di Ezster", libro che ha deluso anche te.
Il libro che hai qui ben commentato a me è piaciuto abbastanza, ma lo trovo comunque ben distante dai livelli raggiunti con "Le braci" o "La sorella" , e anche da "La donna giusta" .
Concordo Emilio, anche a me i tre libri che citi mi sono piaciuti moltissimo, oltre che a "Il sangue di San Gennaro" e "Truciolo", tutti libri di ben più alto livello. Comunque sia rimane godibile, senza però altissime aspettative, considerando il noto autore. Il prossimo Marai sarà "La recita di Bolzano", spero di trovarlo migliore.
Ioana, sarò incuriosito del tuo parere, visto il mio non alto gradimento di "La recita di Bolzano".
Ah, ecco! Premesse non incoraggianti :-)
Ciao Ioana, capisco benissimo quello che vuoi dire. A me ha fatto lo stesso effetto "La donna giusta", malgrado sia un romanzo molto bello, ho sofferto un po' per la ripetitività degli argomenti e dei temi affrontati. Comunque Marai resta uno dei miei autori preferiti, anche se scoperto da relativamente poco tempo.
Un caro saluto
Chiara
Si Chiara, è anche tra i miei preferiti! Poi la sua bravura e la sua eleganza nello scrivere è indubbia, ma proprio perché è così bravo con lui diventiamo magari più esigenti ahahah... Anche io l'ho scoperto da poco e continuerò a conoscerlo meglio. Si, in "La donna giusta" si è dilungato parecchio sugli stessi argomenti e a distanza di pagine c'erano delle vere e proprie ripetizioni degli stessi concetti, e non mi è sembrata una ripetizione "funzionale" al testo che anzi ci fa piacere ed è un esercizio di stile, ma dava più l'impressione di ripetizioni stancanti e quasi inutili, come se fosse una specie di "disco rotto", perdonatemi la similitudine.
Ioana, io con Marai son ferma a “Le braci”. Insomma...non mi sto perdendo nulla, tranne “La sorella”. Giusto?
E' soggettivo, Marianna. Io ad esempio ho preferito Le braci a La sorella. A te che hai radici napoletane, ti consiglio soprattutto Il sangue di San Gennaro, Marai descrive una bellissima Napoli, dove è stato per parecchi mesi finita le seconda guerra. E' un libro poco conosciuto di Marai ma a mio avviso molto più belli di altri suoi famosi.
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