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Amore e malattia
« Ogni profondo rapporto umano – amicizia, amore, e quello strano legame che unisce, per la vita o per la morte, due nemici – comincia con la sensazione che qualcuno ci sfiori: una sensazione surreale, simile a quelle che si hanno in sogno. A un tratto, in mezzo alla folla estranea, ti sfiora uno sguardo, una voce, e ti senti svenire, ti sembra di aver già vissuto quell'istante e di sapere tutto quello che poi accadrà, persino le parole e i gesti: ed è la realtà più seria e fatale, e al tempo stesso è come un sogno... Così cominciano i legami più importanti.»
É il terzo anno dall'inizio della seconda guerra mondiale, in un alberghetto in mezzo ai monti della Transilvania, durante le festività natalizie. Un io narrante che ci rivela ben poco di sé stesso, uno scrittore, sta trascorrendo qualche giorno di vacanza in montagna, ma il cattivo tempo imperversa e lui vorrebbe andarsene, si sente costretto in quel luogo che lo obbliga ad un'indesiderata vicinanza con gli altri turisti. Fra gli ospiti dell'albergo da quattro soldi, con estrema sorpresa, riconosce Z., un celebre musicista che aveva conosciuto alcuni anni prima a Budapest, nel salotto di un diplomatico e della sua bellissima e coltissima moglie. Z. intratteneva un'ambigua relazione con questa signora. Intanto nella locanda avvengono dei fatti che portano ad una conversazione più intima Z. e lo scrittore: il musicista svela di non poter più suonare, a causa di una malattia che ha bruciato un nervo motorio di due dita della sua mano. Gli confida inoltre che ha raccontato tutta la sua esperienza per iscritto. Qualche mese dopo lo scrittore apprende della morte di Z. ed anche di essere stato da lui nominato nelle disposizioni testamentarie come destinatario del suo manoscritto.
Possiamo così entrare nella vicenda centrale del romanzo, narrata in prima persona dallo stesso Z. Siamo all'inizio della guerra, circa tre anni prima, Z. viene invitato dallo stesso ambasciatore italiano a tenere un concerto a Firenze. All'inizio l'idea lo seduce, decide di accettare, pensa che sarà semplicemente una piacevole parentesi al termine della quale potrà riprendere tranquillamente la sua vita. Ma la realtà si rivelerà diversa. Già durante il viaggio si rende chiaramente conto che invece niente sarà più uguale a prima: la sua vita cambierà completamente. Poco dopo il concerto infatti viene colpito da dolori estremi e talmente intensi che viene prontamente ricoverato in una clinica. Si tratta di una malattia misteriosa della quale nessuno sembra voler pronunciare il nome: provoca a Z. dolori lancinanti che solo le iniezioni di oppiacei possono lenire per poche ore notturne. Ci vorranno giorni e mesi per affrontare la malattia, ci vorrà la volontà di guarire, l'energia che tiene in vita ma che può, allo stesso tempo, far ammalare, la forza di Eros.
Un romanzo, “La sorella”, che è riuscito a toccare alcune delle mie corde più intime e personali. Si parla di malattia, di cura, di guarigione, certo, ma alla fine, come nelle altre opere di Márai che ho letto, si parla di passione, di amore, dell'impossibilità di vivere una vita autentica e tranquilla. La forza travolgente dell'Eros ci corrompe, ci fa ammalare, spezza quel sereno equilibrio che costituisce la nostra armonia. É un'energia impetuosa, brutale, potentissima, che fa male. Ma si può vivere senza?
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Recentemente l'ho riletto e mi è sembrato un vero capolavoro, il libro più bello di Marai. Ho notato vari dettagli rivelatori che prima non avevo colto ed ho compreso la straordinaria profondità del testo. Provo rinnovato interesse ad un'ulteriore rilettura.