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L'insostenibile distacco dell'essere
L'insostenibile leggerezza dell'essere è un romanzo culto che segue le vite e le vicende amorose di quattro intellettuali cechi: Tomas, un chirurgo di successo che timorosamente cerca di ribellarsi al regime comunista, esitando, ritrattando, ma alla fine riuscendoci; Tereza, la sua compagna (fotografa per caso e profondamente traumatizzata dall'ideale comunista in cui purtroppo è cresciuta); Sabine (una pittrice intelligente e irrequieta) e Franz, un modesto professore universitario.
Le loro vite si intrecceranno in un quartetto amoroso vissuto con insieme tormento e distacco, e fa da sfondo la rivoluzione comunista in Repubblica ceca.
La trama è molto intrigante, l'introduzione è geniale (leggetela), il libro parte in quarta dipingendo personaggi complessi, quasi veri. Anzi, sono sicura che Kundera si deve essere ispirato a suoi intimi amici per dipingere i protagonisti.
Molto raffinato nello stile, descrive scene erotiche senza cadere nel volgare.
Eppure.
Quel finale.
Quando dissi a un mio conoscente, anche lui scrittore, che ero a metà de L'insostenibile leggerezza dell'essere, lui mi disse "Lo ricordo bene, avevo voglia di saltare molti capitoli verso la fine".
Infatti il finale è prolisso, ci sono molte pagine che possono essere saltate, non contengono nulla se non digressioni filosofiche belle ma pedanti.
Inoltre, non a caso ho scritto che le vite dei personaggi si alterneranno in un "quartetto amoroso vissuto con insieme tormento e distacco". Perchè non si parla di leggerezza qui, ma di un fenomeno psicologico più complesso che è quello del distacco emotivo. Tomas mi sembra estremamente cinico e freddo nel frequentarsi con le sue amanti. Sabine, seppur irrequieta, non esprime mai le sue più interne emozioni, e neanche gli altri: non Tereza, tradita eppure sempre in negazione dal dolore che Tomas le procura, nè Franz, che lascia che sua moglie scivoli via dalla sua vita, osservando in silenzio.
Signori miei, qui non si vivono i tradimenti con leggerezza: qui c'è distacco, cinismo, apatia: è ben diverso.
Quindi, se volete leggervi una digressione su L'insostenibile distacco dell'essere, leggete Kundera.
Ps. Il libro contiene anche citazioni bellissime e rivelatrici. Ve ne lascio una:
"Le missioni di vita sono una stupidaggine, Tereza. Io non ho una missione. Nessuno ce l'ha... E ti senti terribilmente libero quando realizzi di essere libero, libero da ogni missione"
Mi è piaciuta.