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La panne
 
La panne 2020-02-21 09:49:48 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    21 Febbraio, 2020
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Una giudicante goliardia

Io credo che la bellezza della lettura sia anche nel percorso che ti "costringe" a seguire. Questo percorso comincia, spesso, con autori più noti, magari più leggeri; quelli che in libreria hanno il loro angolino felice carico delle loro opere, magari in diverse edizioni. A un certo punto però è come se questi autori, per quanto validi, non ci bastassero più; o magari sono proprio loro a indirizzarci verso quelli che invece se ne stanno, nella loro umile grandezza, in un angolo più nascosto, in attesa che lettori degni e preparati possano accostarsi alle loro fatiche. Che bellezza scovare gioielli dove la maggior parte degli altri non guarda! Bene, tutto questo preambolo per dire che “La panne” è uno di quei gioielli, e Dürrenmatt un autore potenzialmente geniale che intendo approfondire.
Questo libro intriga e strappa un sorriso già solo leggendone la quarta di copertina: quattro pensionati che si divertono a inscenare i grandi processi della storia (a Gesù, Socrate, Dreyfus eccetera) ma ancor più si divertono a mettere sotto accusa eventuali ospiti, a scovarne le colpe in un atmosfera allegra e goliardica.
"Un reato si finiva sempre per trovarlo".
La situazione è descritta dall'autore in maniera curiosissima: avvolge tutto in un’atmosfera esilarante, pur presentandoci la situazione morale degradante di Alfredo Traps, viaggiatore di commercio che si trova coinvolto nel gioco a causa di una panne alla sua auto. Bisognoso di un luogo dove passare la notte, si rifugerà nell’ospitalità d’un vecchio pensionato e nel gioco che gli riempie le serate e ha regalato a lui e i suoi compagni una sorta di nuova giovinezza. Alfredo, all’inizio diffidente, ben presto perde ogni freno inibitorio e comincia a divertirsi un mondo; presto sarà addirittura avvinto dalla sua colpa, che gli permetterà a guardare a sé stesso sotto una luce totalmente nuova.
È proprio questa la peculiarità de “La panne": si legge sorridendo dall'inizio alla fine, pur recandoci un curioso disagio interiore; la goliardia dei protagonisti ci diverte, ma pone al centro della scena il degrado morale di cui un essere umano può essere capace. Un libro breve, ma di incredibile densità, che porta il lettore a interrogarsi sulla giustizia e sulla morale: quel che non è regolato da leggi, è sempre lecito? A un'analisi superficiale e affrettata verrebbe da dire di sì, ma soffermandoci di più sulle implicazioni di tale asserzione si arriva alla conclusione che molte delle atrocità (grandi e piccole) commesse dagli uomini derivano da questo pensiero erroneo.
In maniera intelligente e umoristica, Dürrenmatt ci sbatte davanti proprio questo concetto, facendoci intravedere le qualità d'un grandissimo autore. Questa storia, oltretutto, si presta perfettamente o delle trasposizioni e, infatti, ha ispirato il film “La più bella serata della mia vita" di Ettore Scola, con Alberto Sordi.
Non vi prenderà troppo tempo... leggetelo.

“Tutti risero, specialmente Traps. «Davvero,» confermò «è stato proprio un brutto scherzo, quello che ho fatto al vecchio gangster. La situazione, d’altra parte, era sin troppo comica, a pensarci bene. Finora mi vergognavo a ricordarla, chi se la sente di conoscersi a fondo, non c’è nessuno che abbia la coscienza perfettamente pulita, ma fra amici tanto comprensivi il pudore diventa ridicolo e inutile. Curioso! Ora mi sento compreso e comincio anche a capirmi, è come se facessi la conoscenza di una persona che sono io stesso, e che finora conoscevo solo in modo superficiale: un rappresentante generale su una Studebaker con moglie e figli da qualche parte.»”

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Valerio, anche a me è parecchio piaciuto questo libro. Breve e intenso, tra la farsa e la tragedia.
Penso che il grande scrittore svizzero possa annoverarsi tra i grandi moralisti della letteratura. Oggi ce n'è un gran bisogno!
Hai ragione Valerio, un racconto praticamente perfetto. Durrenmatt con le misure brevi è straordinario. Consiglio “La morte della Pizia” e “Il Minotauro”
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Valerio91
21 Febbraio, 2020
Ultimo aggiornamento:
21 Febbraio, 2020
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Ciao Emilio,
in effetti sì, purtroppo sentiamo un po' la mancanza di figure di questo genere, nella letteratura contemporanea. Ho paura che i nostri siano tempi duri, a questo riguardo.
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
21 Febbraio, 2020
Ultimo aggiornamento:
21 Febbraio, 2020
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Ciao Daniele,
ricordo il tuo ottimo commento su questo romanzo, e mi sono trovato assolutamente d'accordo con te. "La morte della Pizia" è già nella mia libreria che aspetta. Ho notato che alcune delle opere di Dürrenmatt (tra cui "Il Minotauro") sono pubblicate da case editrici un po' meno "mainstream". Sono tutti troppo concentrati sui vari Fabio Volo e Elena Ferrante, per accorgersi di grandi autori del recente passato? Mah. Meno male che ci sono anche queste realtà un po' più di nicchia, che puntano ancora sulla qualità.
siti
21 Febbraio, 2020
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Valerio, Feltrinelli ha in catalogo in volume unico i racconti, li trovi tutti lì senza dover ricercarli.
Appoggio lo svizzero, nella misura breve è tra i miei preferiti insieme a Buzzati.
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
22 Febbraio, 2020
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Ciao Laura,
grazie della segnalazione! Buzzati è un autore che devo approfondire... ho letto solo “Il deserto dei tartari”. Consigli?
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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