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Soffocare
 
Soffocare 2020-02-17 11:23:30 vivian84
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vivian84 Opinione inserita da vivian84    17 Febbraio, 2020
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L'ESISTENZA CHE OPPRIME

“Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene, sparisci, finché sei ancora in tempo.”

Con questo monito, Victor Mancini entra in scena per sconvolgere il lettore attraverso il suo racconto crudo e tremendamente sincero, descrivendo la parabola di uomo segnato dai tormenti ed in perenne bilico emotivo; cinico ed apparentemente incapace di provare sentimenti tuttavia alla perenne ricerca di quell’amore incondizionato privatogli dalla madre, una donna affetta da gravi disturbi mentali ed assai incline alla delinquenza, che egli identifica come la causa ogni male presente nella sua vita incolpandola per tutti i suoi fallimenti: da brillante studente in medicina a lavoratore precario in una riserva, da ragazzino impacciato ed insicuro a uomo sesso-dipendente, misogino e parecchio egoista. Con la madre continuamente in carcere, Victor è stato costretto a passare da una famiglia adottiva all’altra, senza riuscire a sviluppare quell’autostima e sicurezza di sé necessari per affrontare l’età adulta, giungendo pertanto a quasi trent’anni senza il benchè minimo progetto di vita e campando alla giornata.

In questa sua assurda esistenza tuttavia uno scopo esiste: ogni sera finge di soffocare nei ristoranti di lusso della città per farsi salvare dal primo animo nobile presente in sala. Il perfido intento di Victor è quello di far nascere nel cuore del suo salvatore un sentimento di forte pietà misto a gratitudine, che induca il malcapitato nel sentirsi in obbligo ad inviargli periodicamente dei soldi. Questo denaro, accompagnato da un biglietto o una lettera e tante parole amorevoli, gli è strettamente necessario per pagare la costosissima retta della casa di cura dove è ricoverata la madre ormai prossima alla morte.

Palahniuk dedica una buona parte del romanzo, attraverso dialoghi composti da brevi frasi, parole taglienti e toni ironici, a Victor ed al suo disperato e continuo tentativo di conciliare l’odio puro per quella madre pazza ed egoista con il primordiale bisogno di quell’amore che ella gli ha negato. Eternamente combattuto fra il delirante desiderio che muoia e la speranza che, continuando a pagarle le cure, lei viva abbastanza per dirgli finalmente ciò che vuol sentirsi dire, quella verità assoluta che sembra essere custodita in un diario segreto scritto in una lingua straniera.

Un malessere profondo che esplode nella voragine di sesso ed inganno nei confronti del prossimo, quello stesso imbroglio escogitato dalla madre per coinvolgerlo e renderlo complice dei suoi discutibili atti vandalici a ribellione del “sistema”; un copione che anche lui, ogni sera, ripropone all’ora di cena per raccogliere affetto e qualche spicciolo da perfetti sconosciuti.
Egocentrismo e complesso di inferiorità sono alla base di questo romanzo, attualissimo e dalla potenza istruttiva: le metafore utilizzate sono chiare ed arrivano diritte all’inconscio del lettore, così come le numerose immagini forti e scabrose che “sporcano” e disturbano la quiete interiore.

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