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Furore
 
Furore 2020-01-27 11:07:29 Valerio91
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    27 Gennaio, 2020
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The Grapes of Wrath

Un'opera monumentale: affresco di un'America che gli americani stessi tendono a celare.
Fu proprio per le verità scomode che descrive che “Furore", quando fu pubblicato, divenne oggetto di aspre polemiche; in Italia fu addirittura sottoposto a una rigida censura del regime fascista, perché considerato un libro “sovversivo”. Tutto questo non gli impedì di diventare un best-seller.
I fatti descritti in questo romanzo non sono certo piacevoli: ambientato nel Midwest americano intorno agli anni '30, narra l'esodo della famiglia Joad che, come tanti altri contadini, si vede strappare la terra dalle banche e da quella chimera chiamata “trattore”. I mezzadri saranno dunque costretti a emigrare, attratti da quella che viene descritta come una "terra in cui scorre latte e miele": la California. Incentivata da possibilità lavorative che sembrano abbondanti e promettenti, l’emigrazione dei Joad si rivela invece una tragedia senza fine; un mezzo con cui Steinbeck denuncia il lato più spietato di un’America talmente concentrata sul proprio profitto da perdere ogni umanità, da risultare crudele nei confronti di quella parte del popolo che con la terra aveva un legame ancestrale. Questa povera gente, oltre a vedersi strappato tutto ciò che aveva, è poi costretta a sopportare la fame, il vagabondaggio coatto, gli insulti e i soprusi. Uomini che non vogliono altro che sfamare sé stessi e i propri figli vengono trattati come ladri; costretti a spaccarsi la schiena per pochi centesimi, a sopportare le intemperie e privazioni di ogni tipo.
Questa assurda realtà, seppur confinata in un'epoca e un contesto preciso, contiene in sé riflessioni che sono più attuali che mai. Perché forse non ci troviamo e non ci troveremo nelle condizioni della famiglia Joad (o almeno speriamo che sia così), ma i lati scabrosi dell'animo umano che li costringeranno a tale miseria sono qualcosa che non abbiamo debellato e non debelleremo mai, e quando diciamo a noi stessi che il peggio della storia non dovrà ripetersi, lo facciamo per la spaventosa consapevolezza che questo non solo è possibile, ma altamente probabile. È per questo che “Furore" dovrà continuare a essere letto: per riportarci alla mente quelli che sono state e possono essere le conseguenze del nostro egoismo e della nostra avidità; per perpetuare il ricordo delle pagine più vergognose della nostra Storia. Perché la vergogna non va dimenticata, e non per fare penitenza sui peccati di chi è venuto prima di noi, ma per lasciar germinare la consapevolezza che deve guidarci in ogni nostra azione; per non diventare oppressori e non macchiarci del sangue di innocenti, ché si uccide anche senza "spada" e delle volte lo si fa anche per semplice leggerezza. E se fossimo noi gli oppressi, questa lettura potrà ricordarci che al mondo ci sarà sempre qualcuno come noi e che insieme siamo forti; che i grappoli del nostro furore possono abbattere qualsiasi nemico.
“Furore" è una lettura emozionante, poetica, maledettamente avvolgente nella sua tristezza, una tristezza che lascia comunque intravedere quel barlume di speranza che viene fuori solo quando tocchiamo il fondo, perché è nel fondo che le nostre qualità migliori tendono a nascondersi.

P.S. Guardate anche il film di John Ford con Henry Fonda. Un po’ diverso, ma comunque molto bello.

“Gli affamati arrivano con le reticelle per ripescare le patate buttate nel fiume, ma le guardie li ricacciano indietro; arrivano con i catorci sferraglianti per raccattare le arance al macero, ma le trovano zuppe di cherosene. Allora restano immobili a guardare le patate trascinate dalla corrente, ad ascoltare gli strilli di maiali sgozzati nei fossi e ricoperti di calce viva, a guardare le montagne di arance che si sciolgono in una poltiglia putrida; e nei loro occhi cresce il furore. Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.”

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Commenti

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siti
27 Gennaio, 2020
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Gran bel libro, non poteva mancarti, felice che tu l'abbia letto!
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Valerio91
27 Gennaio, 2020
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Ciao Laura,
direi proprio di sì: un lettore che si rispetti deve leggerli certi libri, prima o poi! :)

Vale.
Recensione molto sentita e coinvolgente, Valerio, di un romanzo che, come giustamente dici, non deve mancare nella biblioteca di ogni buon lettore.
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Valerio91
27 Gennaio, 2020
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Grazie Giulio,
gentilissimo come sempre :) Per adesso Steinbeck ne ha azzeccate due su due... dopo "Uomini e topi", questa è stata un'altra lettura di altissimo livello. Cosa mi riserverà l'autore in futuro? Sono molto fiducioso.

Vale.
Tematiche che oggi, con questa "strana" economia globalizzata, si rinnovano. Bella recensione, Valerio.
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Valerio91
28 Gennaio, 2020
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Ciao Rollo,
grazie. Sì... credo che "Furore" sia un'opera attuale per una lunga serie di motivi.

Vale.
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Molly Bloom
28 Gennaio, 2020
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Bellissimo romanzo! La cosa che più mi è rimasta impressa è l'importanza della famiglia, dello star uniti e affrontare tutto, nel bene o nel male, bisogna lottare per tenere compatta la famiglia che è una macchina da guerra se unita. Ricordo che il finale mi emozionò tantissimo e lo trovai geniale. Poco tempo dopo, nemmeno a farlo apposta, visitando la pinacoteca della Cappella degli Scrovegni a Padova, mi imbattei in un quadro: la stessa scena descritta nel libro. Un po' ci sono rimasta male perché pensavo fosse una idea originale di Steinbeck ed invece no...Comunque sia, grande idea lo stesso perché non poteva avere finale più bello. Ti consiglio anche La valle dell'Eden.
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Valerio91
28 Gennaio, 2020
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Ciao Ioana,
sì, il tema della famiglia è assolutamente centrale e canalizzato soprattutto nella figura della madre. Il finale resta geniale, originale o meno, perché rappresenta una conclusione tanto efficace quanto inaspettata. È una scena potentissima. Adesso sono curioso, però, di vedere questo quadro a cui ti riferisci :D
Che poi, scrivendo a mia volta, spesso mi capita di partorire idee o immagini nelle quali finisco per imbattermi tempo dopo, nel luoghi più inaspettati; e ti viene il nervoso, perché ti senti "depredato". Sono cose che possono succedere, e magari è successo anche a Steinbeck.
Per quanto riguarda "La valle dell'Eden" lo leggerò sicuramente, perché mi sono ormai convinto a leggere tutta l'opera di Steinbeck...

Vale.
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Molly Bloom
28 Gennaio, 2020
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Vale, cerca "Caritas romana" in rete e vedi cosa ti esce...è un racconto antichissimo che poi è stato trasfigurato in vari quadri.
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Valerio91
28 Gennaio, 2020
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Cavolo... è praticamente la stessa cosa! Nella versione inglese della pagina Caritas Romana c'è anche segnalata questa associazione all'opera di Steinbeck.
L'ennesima dimostrazione che è ormai impossibile partorire un'opera del tutto originale... è stato quasi tutto già pensato!
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