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La libertà possibile
 
La libertà possibile 2020-01-23 17:57:17 68
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
68 Opinione inserita da 68    23 Gennaio, 2020
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Senso insensato

Questo romanzo delude, e parecchio, per motivi che esulano da un significato letterario a sua volta piuttosto flebile e poco esprimente.
Tre generazioni a confronto, un arco temporale che attraversa la seconda metà del novecento, un’ integrazione razziale aspra e lontana, conflitti intrafamigliari espressione della società’ stessa e ricondotti al presente, desideri di intimità negati, speranze disilluse, amori che si vorrebbero eterni nel cuore delle difficoltà della vita, tra intemperanze giovanili, caratteriali e sociali con la vana speranza di redimersi, amare ed essere amati.
Il testo, che aspira a possedere il flusso della storia, nel cuore di vicende strettamente private, si rivela piuttosto piatto, uniforme nella non espressione di anime e volti ne’ riesce a vivere e trasferire cambiamenti epocali, ingabbiato in una trama a singhiozzo ancorata al particolarismo del se’.
La linearità dello stile, gradevole e nulla più, è insufficiente a giustificare il non resto, finendo per ovattare ogni possibile scelta, confondendo voci e personaggi, costringendo il lettore ad una faticosa ricostruzione e ad una lettura di senso imbrattata di fragilità onnicomprensiva.
Inutile soffermarsi sull’ intreccio narrativo, su un’ idea di libertà ed uguaglianza negate a priori, frutto della storia ed in parte espressione di noi.
Ed allora tutto converge in un romanzo di buoni e cattivi sentimenti, di fragilità e desideri inevasi, mentre i cambiamenti epocali rimangono flebili tracce in un caotico microcosmo di tragicità famigliari.
Ecco la storia d’amore tra Evelyn e Renard, iniziata negli anni ‘40, subito contrastata da diversità di ceto e dallo scoppio della guerra, e poi, volati negli anni’80, la loro figlia Jackie, madre single alle prese con il figlio T.C ed il ritorno del marito Terry, tossicodipendente redento a cui concedere un’altra dubbia possibilità. Ancora un salto temporale, questa volta nel 2010, mentre lo stesso T.C, uscito di prigione, novello padre di Malik che niente conosce di lui, rimugina sui propri errori imbrattato di un amore disperato e sincero e si immagina, di nuovo rinchiuso in una cella, come un buon padre.
Questo quanto, piuttosto poco e confuso, anche il tema razziale da cui tutto ha origine e che rimane l’ essenza dell’ idea romanzata viene via via tralasciato e sommerso, di certo non incluso nel cuore di singole vicende poco profonde, correlate, includenti.

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