Dettagli Recensione
Tre voci, la ricerca di una libertà possibile
È il 1944. Evelyn vive a New Orleans con sua sorella Ruby e la sua rispettata famiglia. Il suo cuore inizia a battere per Renard ragazzo di colore che sogna di fare il medico anche se le condizioni economiche non lo consentono. Quando decide di arruolarsi per la guerra il loro castello d’amore sembra crollare. Riuscirà a tornare dal fronte europeo? Troverà ancora ad aspettarlo la sua Evelyn?
1986. Jackie, la figlia di Evelyn è sposata con Terry ed è madre di T.C. In verità la donna è una giovane madre single perché il compagno è caduto nel vortice della tossicodipendenza e non riesce a liberarsi dal fardello. Il suo inaspettato ritorno sconvolge la vita della ragazza che, vedendolo pulito da tre mesi, decide di dargli un’altra possibilità. Riuscirà a ricostruire la sua famiglia? L’uomo sarà davvero uscito dal tunnel?
Anno 2010. T.C. è in carcere. Siamo ancora a New Orleans e sta per diventare padre. I segni dell’uragano Katrina sono ancora vivi nella mente e nei luoghi che circondano i protagonisti. Gli animi ne sono rimasti indelebilmente segnati. Uscito con due settimane di anticipo, il venticinquenne viene coinvolto dall’amico Tiger in un “grande affare” che riguarda il traffico e la produzione di sostanze stupefacenti (medesimo reato per il quale era stato condannato essendone stato trovato in possesso, seppur di piccole dosi, durante un controllo di routine). Che fare? Come comportarsi? Fidarsi? Non fidarsi?
Tre generazioni, tre epoche, tre destini, un unico denominatore comune: la ricerca di una libertà sempre più ostacolata da pregiudizi, da aspettative, da sogni infranti e porte che si chiudono. Quella orchestrata da Margaret Wilkerson Sexton è una storia che racchiude al suo interno una analisi sociale ad ampio spettro e ad ampio lasso temporale. Le vicende scorrono rapide e incuriosiscono il lettore. Personalmente tra le tre narrate quella che mi ha più colpita è la vicenda che riguarda Jackie che ho trovato emotivamente più coinvolgente.
Ad uno scritto di grandi aspettative si aggiunge uno stile narrativo incisivo, non prolisso e diretto. Tuttavia, la sensazione nella lettura è quella di tasselli che si perdono e che non si ritrovano. Talvolta, infatti, chi legge tende a tornare indietro per capire se effettivamente ha saltato qualche passaggio. Ancora, l’epilogo non convince pienamente essendo percepito quale incompleto. È come se non ci fosse davvero un finale perché resta un senso di incompiutezza. Come se appunto, ancora, mancasse qualcosa.
In conclusione, un libro dalle grandi potenzialità, dal contenuto interessante e la prosa asciutta che coinvolge ma che non riesce ad arrivare nella sua completezza.
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Non conosco l'autrice. Comunque, stando alla tua valutazione , si tratta di un testo tutt'altro che imperdibile, tanto più che non ti senti di consigliarne la lettura.