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Amore e Psiche
Lewis riscrive il mito di Amore e Psiche come solo un grande autore può fare. Bellissimi i personaggi delle sorellastre Orual e Istra, figlie del re di Glome. Tanto brutta la prima quanto bella e buona la seconda. Istra /Psiche viene data in sposa alla bestia figlia della dea Ungit e in teoria dovrebbe morire. Invece la bestia (che poi si rivela essere il bellissimo Amore) la sposa veramente e la porta a vivere nel suo palazzo in una valle nascosta. Il palazzo però non è visibile a occhio nudo. La sorella Orual va a cercare il suo cadavere per darle sepoltura e la trova viva e felice. Ora mentre nella versione di Apuleio l'invidia della sorella era lampante, nella versione di Lewis l'invidia deve essere ricercata da Orual dietro a tanti buoni sentimenti e buone ragioni.
Il libro è molto bello perchè non procede in modo lineare e scontato, ma porta a un percorso impervio di auto-conoscenza di Orual: buona, intelligente, onesta, coraggiosa eppure con i suoi lati ombra: gelosa, possessiva, a volte crudele. Orual per amore di verità e di giustizia scrive il suo atto di accusa contro gli dei, che poi diventa un atto di autoaccusa e un libro di esplorazione di mondi oltre questo mondo e oltre le sue certezza e muri di conoscenza. Nel mondo visibile le cose non hanno la loro forma definitiva, esiste un altro mondo più difficile da vedere. Lewis ci fa entrare in questo secondo mondo con una successione di sogni, di visioni e di intuizioni. Siamo tutti parte di un unico disegno, forse di un unicum divino. La parte finale contiene alcune delle sue intuizioni: vite in apparenza lontane collaborano a uno stesso disegno, fanno parte non solo di un unico disegno ma sono facce diverse della stessa dea. Ogni persona deve morire di parto dando alla luce il figlio di Ungit. Ognuno cioè contiene in sè sia Ungit (cattiva) che suo figlio (buono), sia il demone che il dio e deve cercare di tirare fuori la parte migliore da sè. C'è l'idea che le persone pericolose sono quelle che ci amano e che usano l'amore come una gabbia o come un laccio. Invece la vita deve essere un percorso di evoluzione e di liberazione e è infinita per la infinita capacità di sofferenza dell'uomo, sofferenza che ha una funzione salvifica e benefica. Se sopportiamo la nostra parte di sofferenza possiamo alleggerire il carico a nostra sorella Psiche e fare in modo che possa riuscire a portare a segno la sua missione che è quella di ridare a Ungit (così come a noi) la sua originaria bellezza, cancellando il male dal mondo.
Il tutto viene scritto non come un trattato filosofico, ma come una favola piena di invenzioni e con i personaggi che hanno un loro notevole spessore psicologico. Una lettura molto piacevole e stimolante. Incredibilmente Lewis racconta una favola nota in modo sorprendente dall'inizio alla fine. Le due sorelle sono due bellissimi personaggi. Orual, la donna guerriero, la donna mascherata, è un personaggio particolarmente intrigante.
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Non conosco affatto questo autore che intuisco essere parecchio valido.