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Identità violata
Due vite reciprocamente incuranti unite da un legame di sangue, ciascuna fagocitata da una storia diversa, oggi riavvicinate dal desiderio di conoscere e sviscerare le proprie origini sondando il passato per aprirsi al presente.
E’ l’ alba di un percorso temporale ondivago, dettagliata ricostruzione affettivo-emozionale di un nucleo famigliare precocemente dissolto quando anni prima la giovane studentessa Yuki decise di rimanere a New York mentre i genitori facevano ritorno nell’ amato Giappone, l’ America vissuta come parentesi ed esilio poco gratificante.
Ai giorni nostri c’è un uomo, Jay, che esige delle risposte, un gallerista che sta per diventare padre ed ha sofferto il precoce abbandono da parte di una madre egocentrica ( Yuki ), eccentrica, irrisolta, con velleità artistiche accompagnate da scarso talento, che si è sentita sempre poco amata ed ha odorato la paura paralizzante di essere madre.
Yuki, in gioventù, aveva vissuto intensi legami extra-familiari, un’ amicizia idealizzata e problematica ( con la modella Odile ), un amore violento e rubato ( Lou ), combattuta tra il desiderio di vivere il proprio sogno artistico in profondità ed un legame famigliare a distanza, a poco a poco sopito, mai del tutto reciso, sopraffatta ancora dal proprio passato.
Ed allora per anni si è destata in una vita di seconda mano, un dolore profondo e sempre vivo, senza che nessuno abbia mai voluto essere lei, nemmeno lei stessa, che non desiderava somigliare a sua madre al seguito del proprio uomo in giro per il mondo, ne’ ha voluto abbandonare del tutto un’ amicizia femminile costruita e consolidata nella difficoltà, e per un lungo periodo le è bastato semplicemente vivere con Lou, un uomo decisamente violento ma tutto per se’.
Per lei e’ stato così brutto svegliarsi ogni giorno in una vita di seconda mano, fatta su misura per qualcuno con ossa più robuste, e quando le difficoltà della vita l’ hanno indirizzata alla ricerca del conforto e del perdono di chi e’ scomparso, ormai è troppo tardi e pare impossibile ripartire immaginando un luogo in cui vedersi felice.
Nel proprio spazio temporale si insinua un’ altra possibilità, Edison, che sarà padre del suo unico figlio, un uomo mite pieno di gentilezza che Yuki non sa collocare, ne’ ha mai realmente capito se voglia stringerla a se’ o farle del male.
In lei ha preso forma un’ idea sempre più forte, una fuga a tempo per fare ordine nella propria testa, oppure una semplice fuga d’ amore, per evitare di volteggiare come un avvoltoio sul proprio bambino col desiderio e la speranza, un giorno, di tornare ed essere una vera madre.
Nel frattempo, oggi, una relazione appena iniziata e gia’ finita, svanita davanti ad un tavolino, una breve contesa tra un figlio rancoroso ed abbandonato ed una donna timida che si è sempre fatta del male, un bravo papà ed una pessima madre, un cuore infranto dal desiderio di avere una mamma e la rassegnata ma inevitabile accettazione di trovarsi al cospetto di una semplice madre.
Romanzo d’ esordio ( 2017 ) di Rowan Hisayo Buchanan, saggista e scrittrice americana per metà di origini asiatiche, “ Innocua come te “ sviluppa una buona trama con tratti lirici scanditi da continui flussi temporali nella rappresentazione di due epoche, ( l’ oggi e gli anni ‘ 60- 70 ) con alterna fortuna.
In primis scava in un labirinto sentimentale e formativo che giostra all’ interno di origini famigliari definite ( culturalmente e geograficamente ) e per contro in un’ indefinitezza relazionale e sentimentale sfociata in una idea di libertà e di fuga artistica ( da parte della protagonista femminile ) espressione di una lacerazione personale profonda.
In un’ unica traccia scorrono e si intersecano due vite lontane, contigue per sangue, i cui esiti sono restituiti alla contemporaneità.
Assenze, colpe, drammi, torti, egoismo genitoriale ricaduti inevitabilmente sui figli ed in parte restituiti al mittente, la propria vita sottratta ad un senso d’ identità, indirizzata altrove, soprattutto per chi si è visto, suo malgrado, reciso da subito il proprio nucleo famigliare, ignorata e calpestata l’ affettività di un legame puro e disinteressato, l’ amore materno, da sempre inno alla vita e bussola imprescindibile.
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Un autore che non conosco, se non di nome, e vagamente.