Dettagli Recensione
Una prospettiva non semplice
Se amate la natura e avete voglia di leggere un romanzo con un messaggio ricco di spunti di riflessione, ecco che “Il sussurro del mondo” non deluderà le vostre aspettative. L’approccio con questa lettura non è però semplice. Lo scoglio iniziale non è infatti indifferente perché l’autore avvia la sua narrazione con una serie di racconti tra loro eterogenei, apparentemente non collegati e tutti con un denominatore comune rappresentato da un legame indissolubile di ciascun personaggio con uno o più alberi e con la natura. Perché parlo di difficoltà? Perché i racconti sono otto con nove personaggi e si dipanano per quasi duecento pagine. A ciò si affiancano e susseguono una serie di capitoli tutti denominati con parti anatomiche dell’albero. La narrazione risulta pertanto priva di una vera e propria logica espositiva. Soltanto al termine di questa prima esposizione il puzzle viene ricostruito e trova la sua vera ragion d’essere, il suo vero fondamento. Il problema è che il lettore tende a stancarsi, tende a rallentare la lettura perché sfiancato da questo, perché è come se avesse perso più volte le coordinate. Non a caso, viene spontaneo fermarsi e chiedersi: “In quale parte dell’opera sono adesso”? Certamente il testo è conforme al cd. “realismo isterico” proprio del romanziere che è solito mescolare le carte, confondere le idee e alterare realtà e astrazione.
Il messaggio c’è tutto, l’amore per la natura si evince in ogni aspetto e non mancano momenti commoventi e poetici nonché spunti di meditazione, tuttavia, manca il prendere, da parte dell’autore, una posizione chiara e precisa e uno scorrimento più lineare.
Un elaborato non per tutti, eclettico, particolare, dai grandi contenuti ma non di facile lettura.
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