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La vita gioca con me
 
La vita gioca con me 2019-12-07 13:30:47 Mian88
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    07 Dicembre, 2019
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Fragilità

Con “La vita gioca con me”, David Grossman fa destinatari i suoi lettori di una storia molto particolare ed eclettica sin dall’impostazione narrativa. Oggetto del raccontare, sotto le mentite spoglie di Vera e Nina, è la storia di Eva Pani Nahir, una donna conosciuta dallo scrittore in Iugoslavia che a causa di molteplici ragioni era stata internata a Goli Otok, un’isola rappresentante uno dei gulag di Tito. L’amicizia che scaturisce dall’incontro è molto forte e porta la femme ad esprimere un desiderio: quello di raccontare il suo vissuto, e quello di sua figlia Tiana Wages, da parte di David nella veste di romanzo.
Il testo si snoda attraverso quattro protagonisti: Vera e Nina a cui si aggiungono Ghili e Rafael. L’occasione per incontrare le quattro voci è il compleanno di Vera, ormai novantenne eppure energica e vitale figura, che si riunisce alla figlia Nina e madre di Ghili. E tanto l’anziana è forte ed energica tanto Nina è fragile e tormentata dalla memoria, una memoria che ruota attorno alla morte del padre in Iugoslavia e all’internamento della madre, appunto, nel campo di Goli Otok. Ella ci racconta del suo tormento attraverso la parola scritta, i diari, i quaderni che ha redatto nel tempo. Tra tutti, personaggio perno, è forse proprio Nina che vive in un costante rifuggire dal sentimento. Allontana tutti i principali affetti, dal compagno e padre di Ghili, Rafael, alla madre Vera, alla stessa figlia.
Tante sono le emozioni che sono trattate in quest’ultimo lavoro di David Grossman, emozioni che vanno dal dolore, alla perdita, alla fragilità, al rifiuto, all’abbandono, al tradimento, al riscatto, alla ricerca, alla necessità di un punto fermo, alla pace. Molteplici saranno le vicissitudini che si manifesteranno e una, in particolare, renderà necessario un viaggio in Croazia, luogo natio di Vera, nonché sull’isola di Goli Otok. Tanti, ancora sono i temi affrontati che si concentrano, in particolare, su quelli della memoria e del ricordo.
È un viaggio di ricerca, di legami, un viaggio fatto di segreti, di risentimento, di astio caricato e radicato nel tempo, di sofferenza, di condanna. Ma anche di futuro. Perché ricostruendo la storia di Vera la memoria del passato non sarà persa e non andrà perduta. E se non andrà persa e non andrà perduta tutti i tasselli, giusti o sbagliati, finiranno con l’andare al loro posto.
Un romanzo che oltre che a confermare la grande qualità della penna dell’autore dimostra di avere una forza evocativa e contenutiva di grande impatto ed emotività. Un libro che entra dentro e che vi resta, un libro che tocca corde sensibili dell’essere umano e che invita a far riflettere sui legami familiari con tutte le loro crepe e imperfezioni. Non di semplicissima lettura, all’inizio, ma che lascia il segno.

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Commenti

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Complimenti, Maria! Bella recensione... ma che te lo dico a fare??? :DDD
Ciao Maria. Dell'autore ho letto un solo libro, "Qualcuno con cui correre" , che mi ha fatto pensare sia uno scrittore non nelle mie corde.
In risposta ad un precedente commento
Mian88
13 Dicembre, 2019
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Laura, sei troppo buona!!
In risposta ad un precedente commento
Mian88
13 Dicembre, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Non ho letto molto nemmeno io di questo autore, Emilio, ma la curiosità si impossessa di me :D
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