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La panne
 
La panne 2019-12-07 13:00:45 DanySanny
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    07 Dicembre, 2019
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L'inferno giocoso delle possibilità

Due problemi mi appassionano molto: l’impossibilità del vero e la fallibilità della giustizia, le due facce di uno stessa medaglia che tentiamo di leggere per rispondere alla domanda: "cos'è l'essere?". La domanda può sembrare lontana dal testo di Dürrenmatt, ma scaviamo più a fondo a partire dalla massima nietzschiana “il fatto è stupido, tutto è interpretazione” e dalla sua evoluzione in Heidegger, “più in alto della realtà c’è la possibilità”. Nel momento in cui il dubbio sostituisce il pensiero come elemento fondativo dell’essere, la realtà delle cose è una parentesi di impossibile definizione. Certo il tavolo esiste, il gatto miagola, l’omicida ha sparato, ma tutti questi eventi, se non interpretati, non significano nulla. E poiché ogni interpretazione è la propria interpretazione, ne segue che l’oggettività del reale è impossibile.

Ora veniamo a questo romanzo, breve e brillante. La panne che inaugura la storia è in fondo l’aprirsi di diverse possibilità: il protagonista potrebbe scegliere di tornare a casa in altro modo, di dormire in una locanda, ma alla fine decide di chiedere asilo nella villa di un vecchio e corpulento signore. La panne è già qui l’irrompere del principio di casualità nella vita e quindi il motore di nuove possibili interpretazioni. Ma se è il caso a decidere tutto, allora la terra è muta del segno del destino e ancora più solo l’uomo nel suo incedere. Ora siamo nella villa, i vecchi si sono moltiplicati, sono quattro, tutti uomini di legge o legati alla legge, attualmente in pensione, che si divertono a rievocare i famosi processi della storia e a pronunciare condanne, assoluzioni , con un divertissement che ambiguamente oscilla tra l’ingenuo e il crudele. Quando capita, a processo viene chiamato un ospite di passaggio e allora il divertimento dei quattro cresce ulteriormente. Eppure il nostro protagonista, prima dubbioso e poi sempre più divertito, si professa innocente e il lettore davvero gli crede. Quando però tra portate pantagrueliche e bevute trimalcioniche (il Satyricon di Petronio non è un modello troppo distante) l’interrogatorio amicale prende piede, forse il nostro protagonista non sarà più così innocente. Forse ha commesso un delitto, forse è davvero un assassino, forse davvero ha premedito le mosse per l’ascesa economica. Eppure prima si era professato innocente. Il fatto è che, nel mondo del dubbio, i fatti sono stupidi ed è solo la ricostruzione a posteriori degli eventi, la loro interpretazione, che conferisce loro un senso. E la giustizia, che è in fondo ricostruzione di testimonianze, non è altro che un’interpretazione, ovvero una possibilità che può decidere anche della vita e della morte di qualcuno.

Fin qui "La panne" di Dürrenmatt sembra una riflessione quasi filosofica sulla verità e sulla giustizia, mascherata da una cena tra vecchi e portate meravigliose, anche divertente, quasi una commedia (e in effetti "La panne" è stata anche portata a teatro e al cinema, se pure talora con finali diversi perché, indovinate, il finale è una possibilità). Accade qualcosa di simile a quanto avviene in “Espiazione” di McEwan, in cui è l’interpretazione errata di un fatto a generare la catastrofe. Tuttavia il libro è anche una cruda riflessione sull’uomo, sulle leggi inappellabili che lo guidano. Con una svolta simenoniana, l’idea di un delitto, l’idea di un fatto tanto straordinario, può anche essere l’ultimo appiglio di un uomo altrimenti mediocre per sentirsi davvero vivo. E allora anche l’io, l’io che sa quello che ha fatto, può essere stupido e aprire se stesso allo spazio pericoloso delle infinite possibilità, come a dire che anche la confessione, il trionfo della giustizia, è stupida. E dunque sintetizzando, in 87 pagine Dürrenmatt racchiude più psicologia e filosofia che interi trattati, ma più di tutto è sublime la grazia narrativa, la trama ingegnosa, la trasfigurazione in storia dei concetti. Perché qui, davvero, l’ispirazione è sempre all’altezza del pensiero.

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Commenti

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Ciao Daniele, quest'opera non l'ho letta (ho però visto il bel film di Ettore Scola con Alberto Sordi e quattro grandi "vecchi" del cinema e del teatro francese), ma mi hai fatto ugualmente percepire con la tua profonda recensione (come ammiro le tue conoscenze filosofiche!) le vertiginose, borgesiane altezze che la prosa di Durrenmatt sa raggiungere.
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DanySanny
07 Dicembre, 2019
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Grazie Giulio! La filosofia è la mia passione ordinaria, volevo iscrivermi a filosofia fino a metà del quinto anno di liceo e, guarda caso, Nietzsche e Heidegger sono i miei due preferiti, quindi ci vado a nozze. Vista anche la brevità, te lo consiglio. Durrenmatt è un autore che va molto interpretato secondo me, molto scavato. Dovrebbe piacerti.
Avevo sentito parlare di questo libro... Inquietante!
Complimenti per l'approfondita recensione, Daniele!
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DanySanny
08 Dicembre, 2019
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Laura, un testo che non dice più di quanto dice, molto nelle mie corde. Se ti capita, super consigliato!
Daniele, sempre interessanti le tue recensioni. Anche a me questo breve romanzo è piaciuto molto. Mi pare che il celebre scrittore svizzero sia uno dei rari grandi moralisti della letteratura del II '900.
Affascinante, non l'ho mai letto e ci faccio un pensiero.
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DanySanny
09 Dicembre, 2019
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Hai ragione Emilio, un grane moralista. Ma lo fa con talmente tanto gusto, da risultare sempre amabile.
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DanySanny
09 Dicembre, 2019
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Si Cub, decisamente un pensiero faccelo!
In certi viluppi narrativi, Durrenmatt è uno dei pochissimi scrittori che mi ricorda Sciascia. Il libro che hai mirabilmente commentato mi ha attratto molto... ancor di più "La promessa", impreziosito anche dal bel film che ne è stato tratto.
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DanySanny
10 Dicembre, 2019
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Ciao Rollo! Leggerò anche quello prossimamente, grazie del consiglio.
11 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2

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