Dettagli Recensione
Mondi paralleli che si incrociano
Vibeke ha un lavoro affascinante, è consulente per la cultura in un comune di un paesino dell’estremo nord, lavora sull’identità e sul senso di appartenenza per contrastare lo spopolamento. Ama leggere, come me. E’ il suo modo di viaggiare nel mondo. Jon è suo figlio. Nove anni. Un ragazzino timido, bisognoso di un amore caldo. Il libro ci apre una finestra sul loro rapporto. Freddo e gelido come le atmosfere in cui la storia è ambientata. Con una prosa secca, fatta di frasi brevi, di scatti fotografici essenziali ci insinua un’inquietudine crescente. Ciascuno di loro vive e si muove nel proprio mondo. I punti di contatto sono rari, sfuggenti. Aumentando la sensazione di solitudine che pervade la vita della madre ed il senso di abbandono che riempie i giorni del bambino. Il montaggio delle scene è sensazionale, perché le immagini della giornata di Vibeke sono alternate con quelle della giornata di Jon, in un continuo susseguirsi senza barriere, fluido, che, sulle prime, lascia il lettore spiazzato e spaesato. Mentre molto alte sono le barriere fra madre e figlio. Forte è l’incomunicabilità, tema centrale di questo romanzo breve. Che però non giudica. Perché non tutti sono capaci di amare nello stesso modo. E molto spesso ci può essere un grande amore, anche se resta inespresso e non dà calore.
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
L'apprezzamento per questo libro è un invito alla lettura. Non conosco assolutamente l'autore. Come l'hai scoperto?