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IL POTERE DELLA RELAZIONE
***SPOILER***
Quanto il paziente riceve e quanto dà durante la psicoterapia?
Per mezzo della relazione terapeutica Agathe dona nuovo senso alla vita del vecchio psicoanalista, dal quale è decisa di farsi curare.
Lei è una donna tedesca, figlia di genitori sordomuti, bruciata da emozioni contrastanti "un momento penso che non merito di vivere, e quello dopo non c'è nessuno al di sopra di me" e un senso di colpa antico quanto quotidianamente presente, che spinge ed urla perchè vengano finalmente fatti i conti, urgentemente: "Si può sostituire il pianoforte con tanti taglietti di coltello su un braccio?"; "Avrei detto che riuscisse a vedere attraverso l'umorismo macabro di una condannata a morte"
Lui è uno psicoanalista appesantito da uno strato di lentezza, indifferenza e apatia che caratterizzano ogni momento della sua vita, quasi giunta al pensionamento: "La mia mano si muoveva da sola e così lo spostamento della puntina divenne parte dell'opera, un mandare indietro il tempo che nello stesso momento lo spingeva in avanti".
L'emotività febbricitante e bollente di Agathe fa breccia nella vita ghiacciata dello psicoanalista, facendogli sentire finlmente, dopo tanto tempo (si sarà mai sentito davvero?), dei bisogni, dei desideri, delle passioni, delle Emozioni. Arriva a seguirla fino a casa, a desiderare di toccare la sua pelle tanto bianca quanto morbida, fino a voler liberarla dal suo giogo, che giorno dopo giorno la strozza sempre più: "Volevo guardare la sua pelle bianca e immaginre come sarebbe stato sentirla sotto il palmo della mano, farle domande e sapere che potevo guarirla se avessi usato le parole giuste".
Grazie ad un controtrasfert di questo tipo, il vecchio psicoanalista diventa incredibilmente e inaspettatamente autentico e vero (vivo!), talvolta sconvolgendosi per le stesse parole ed ammissioni. Sarà proprio l'avvicinamento vero, umile, a rafforzare la relazione, a permettere ad Agathe in terapia di avvicinarsi sempre più al nocciolo del trauma e dei vari lutti vissuti nella relazione con i suoi genitori quando era una bambina. "L'unica cosa importante era dimostrare agli altri che bravi genitori fosser. Non aveva niente a che fare con me."
La relazione con Agathe risvegliò il vecchio psicoanalista anche con altri pazienti, con cui il lavoro non portava a nulla ormai da molto tempo, e con la sua segretaria, trovandosi a compiere scelte per le quali faticava a riconoscersi, ma che hanno lo hanno visceralmente arricchito.
Finalmente anche lui diventerà libero (o comunque meno appesantito) da fardelli che senza vederlo lo obbligavano a non esporsi, a non cambiare, a non rischiare. "Quella sera, all'improvviso, non riuscii a riconciliarmi col fatto che la mia casa è sempre stata identica a se stessa. Mi resi conto che nella mia vita adulta non avevo acquistato un solo pezzo d'arredamento. Tutto era stato ereditato o regalato dai miei genitori, e io l'avevo tenuto per praticità".