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New York hardcore
Se il primo romantico tropico era ambientato a Parigi, questo invece è ambientato nella Grande Mela.
E quale luogo di perdizione poteva essere più adatto per il nostro eroe per continuare la sua opera di fecondazione del genere umano.
Anche qui c'è poco da riassumere: noia, voglia di lavorare pari alla felicità di un tacchino il giorno del ringraziamento, voglia di inseminare ogni bipede che passi a tiro e soprattutto voglia di bighellonare dal mattino alla sera.
Credo che la parte più alta e meravigliosa di questo scritto, mezzo pornografico e mezzo serioso, sia quando il nostro indomito eroe scrittore suo malgrado si ritrovi a lavorare in un ufficio popolato da rifiuti umani e bugiardi incalliti.
E' veramente una parte spassosissima e incredibilmente bella, in cui il disperato dipendente decide in maniera subdola e folle di mandare alla rovina chi gli ha dato il lavoro.
E' una riflessione amara e lucida sull'inutilità del lavoro, la falsità dei colleghi, il miserabile e vergognoso mito dell'amore che costringe le persone a crearsi magari una famiglia sorretta da bugie, tradimenti, ripicche, odio.
Non si salva nessuno, la lettura è altamente indigesta per i moralisti e i perbenisti.
Ma è anche vera: se dobbiamo un giorno crepare, cosa diavolo perdiamo a fare il tempo in un ufficio? ore e ore a lottare contro colleghi, boss, segretarie, ruffiani, mangiasoldi, falliti?
Se il tempo è finito, limitato, non conviene a questo punto darsi alla pazza gioia? fare ciò che più ci aggrada?
Valori, morali, regole, paure a cosa servono se poi ci aspetta il grande buio?
Lo scrittore si pone queste domande e la sua unica risposta prima di perire è: accoppiamoci, deprechiamo il denaro e il lavoro. Lasciamo fare la famiglia ad altri, poichè abbiamo ben di meglio da passare il tempo......divertiamoci e sporchiamoci fin dentro all'anima. Tanto tutto è inutile.
Genio.