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Come ti creo il mito americano
Gli americani sono geniali nel creare il proprio mito, nell'esportarlo al mondo e porre le basi del loro impero.
Hanno usato nei decenni, libri, film, attori, attrici, cantanti, musiche, tirato su città scintillanti, autostrade infinite, paesaggi da sogno.
Questo romanzo di Kerouac rientra a pieno titolo tra le pietre miliari che hanno fatto degli Stati Uniti la nazione di riferimento nelle mode e nei costumi del mondo occidentale.
Un libro che ha un fascino senza fine, sin dalla leggenda che narra, che l'autore usasse anche la carta igenica delle stazioni di servizio che incontrava lungo il suo pellegrinare tra uno stato e un altro, per tirare giù le proprie riflessioni.
E un America, sporca, malfamata, popolata da straccioni, rifiuti umani, battone, drogate, perdigiorno.
Autostrade a 12 corsie. Tir. Stazioni di servizio messe nel nulla.
Si incontrano questi due ragazzi, poi si uniscono anche le femmine e vanno da una parte all'altra del paese senza un apparente meta.
Leggendo le pagine, come si fa a non sognare questa libertà, questo gusto dell'ignoto, il fascino di rimediare un dollaro per prendersi un panino.
Fare all'amore sotto una volta stellata.
Il destino di questi ragazzi è anche il destino di un popolo intero, che è sempre stato un popolo nomade, senza un identità precisa, pieno di contraddizioni e contrasti.
Spietato e dissoluto, marchiato a fuoco dal Dio del dollaro.
Praterie sconfinate, sogni senza fine.
Dopo tanti anni i due amici si ritroveranno, saranno quasi estranei, la vita li ha segnati e devastati, ma avranno con loro i ricordo di un periodo della propria esistenza in cui contava solo l'amicizia, l'amore e la libertà. Vi sembra poco?