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Dove c’è ape c’è speranza
Il ronzio è sommesso ed irregolare, si muovono fior fiore, ognuno ne ha avvertito la presenza. Ma se il ronzare si convertisse nel rimbombo cavernoso del silenzio, che ne sarebbe di noi se sparissero per sempre.
Sono tre storie in scala temporale che si intrecciano abilmente ed amabilmente, nell’alternarsi del passato Ottocentesco con William, biologo spentosi con lo smorzarsi di quella che un tempo era la sua passione per l’osservazione scientifica.
Il presente si presta all’apicoltore americano George, che pur preferendo alla politica del profitto quella del benessere dei propri insetti, viene affondato dalla moria epocale di api.
Nel futuro è una giovane madre ostinata e coraggiosa Tao, impollinatrice cinese soffocata dal duro lavoro in cui per sopravvivere l’uomo deve sostituirsi alle api, ormai estinte.
Quando tutto è perduto anche i boccioli sono meno belli, il loro profumo non placa la fame.
Mentre l’umanità soccombe alla carestia, la speranza freme nel grembo di una regina tornata al trono.
Che la sua progenie si diffonda, portando la morte, portando la vita.
Certamente non accostabile alla saggistica, trattasi invece di un vero e proprio romanzo ecologico.
Approfondito l’argomento, l’autrice propone un lavoro interessante dal punto di vita informativo, divulgando nozioni attraverso una narrativa avvolgente ed incalzante, nonché strumento di sensibilizzazione verso una apocalisse non molto remota e tantomeno inverosimile.
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