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Turbolenza
 
Turbolenza 2019-10-19 05:57:58 Chiara77
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    19 Ottobre, 2019
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Vite sospese

«Avvertì la propria inadeguatezza di essere umano, e la cosa che desiderò maggiormente fu andarsene; poi si rese conto che anche quel desiderio era una sconfitta, vergognosa per giunta, tanto che non riusciva quasi più a guardare Annie negli occhi.»

“Turbolenza” di David Szalay è uno di quei libri che, appena finiti, vorresti ricominciare da capo, per cogliere meglio tutto il sotteso e ciò che alla prima lettura si intuisce soltanto.
Il testo è costituito da dodici racconti che hanno per titolo ciascuno una tratta aerea e per protagonista un essere umano con le proprie paure, il proprio dolore, le proprie illusioni, le proprie speranze. Ognuno di questi personaggi viaggia in solitudine sull'aereo e, casualmente o con premeditazione incontra ed entra in contatto, nel racconto che lo riguarda, con il protagonista del racconto successivo. Il libro ha una struttura perfetta, circolare.
Szalay, attraverso la metafora del viaggio aereo vuole indagare le persone nella loro essenza più profonda e, forse, anche più scontata. Il volo è una metafora della vulnerabilità della condizione di esseri umani, una condizione che ci rende indifesi, che alla fine ci fa sentire piccoli e smarriti in questo vastissimo universo. E così cadono le maschere, sono inutili gli alibi, le omissioni e le recriminazioni. La vita scorre fra un taxi in ritardo lanciato verso l'aeroporto e l'incontro di una notte in un'anonima camera d'albergo.
Ogni personaggio è solo e messo di fronte alle proprie fragilità: inutile fingere in quello spazio sospeso a dodicimila metri d'altezza, meglio scrutarsi dentro, comprendere e accettare che ciò che ci rende indifesi e inadeguati, alla fine è anche quello che ci caratterizza come persone. Qualcosa che ci fa sentire a disagio, ma che alla fine è anche la nostra forza.

«C'era la finestrella di vetro smerigliato che diffondeva il verde del giardino, a cui l'appartamento non aveva altro accesso, e la citazione di Kennedy incorniciata sul muro di fianco all'interruttore della luce: “Perché, in ultima analisi, ciò che ci unisce è che abitiamo tutti questo piccolo pianeta, respiriamo tutti la stessa aria, abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali.” »

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Commenti

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Vedo che ti è piaciuto, Chiara, una bella recensione che mi ha convinta a leggerlo.
In risposta ad un precedente commento
Chiara77
21 Ottobre, 2019
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Ciao Ioana, grazie! Sì, a me è piaciuto molto, te lo consiglio. Aspetto di leggere il tuo commento allora.
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