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Grandioso affresco della Russia di metà Novecento
Avrei voluto mettere 5 stelle a ogni voto, però è difficile dare un giudizio pieno riguardo la "piacevolezza" del libro, se questo tratta di malattie mortali e follie all'interno di un padiglione oncologico russo.
Per il resto è un romanzo, meravigliosamente attuale e reale.
In cui disperazione e speranza si determinano ai malati condannati nella maggior parte dei casi a una morte lenta e tremenda.
Il libro si concentra sulle vicende di un malato in particolare, che sembra avere una certa ascendenza sulle femmine che lavorano all'interno del padiglione.
Il lettore viene catapultato allora in questo strano e affascinante mondo di un ospedale dove si cerca in ogni modo di riuscire a dimenticare la sofferenza a cui si è soggetti, appunto raccontando la propria storia, provandoci con una bella infermiera o facendo la corte a una dottoressa particolarmente avvenente.
Il grande autore russo, premio Nobel proprio per questa Opera, riesce, come nella migliore tradizione di Santa Madre Russia, a tracciare perfettamente gli aspetti psicologici dei personaggi che orchestrano l'opera.
La lettura è molto fluida, ma non piacevole. Poichè, almeno io, sono stato per tutto il romanzo in attesa del dramma conclusivo, con la morte che aleggia in ogni pagina, come figura nascosta ma incombente sui destini delle persone.
Certo che se uno avverte qualche dolorino o in qualche maniera è un poco ipocondriaco, non credo sia questa una delle letture migliori da farsi.
Per il resto, c'è una grande speranza che comunque veleggia forte per tutto il racconto.