Dettagli Recensione
Ottimo saggio
Il testo di Endo è simile per contenuto alle ultime uscite di Augias su Gesù di Nazareth. L'autore giapponese però ha una ottima conoscenza delle Scritture e delle fonti dell'epoca, nonché di tutti gli aspetti collaterali: storia, cultura ebraica, usanze. Oltre a questo ha un intuito da scrittore, un intuito eccellente per cui riesce a illuminare la vita di Gesù nel suo rapporto con la mentalità dell'epoca dando una lettura diversa da quelle a cui siamo abituati e davvero interessante. Il testo di papa Benedetto su Gesù resta irraggiungibile come grado di approfondimento e di conoscenza di tutto lo scibile a disposizione, e per il suo approccio assolutamente scientifico che nulla lascia alla fantasia. Invece Endo lascia margine alle intuizioni e ci mostra un Gesù molto più solo e incompreso di come siamo abituati a pensarlo. Giovanni Battista fu molto più gradito di lui in quanto figura forte che alzava la voce contro il re colpevole di essere sceso a patti, oltre che con la morale ebraica, con l'invasore romano. Endo rintraccia tra le pagine dei Vangeli il cammino di distacco di Gesù dall'idea che gli altri avevano di lui e dal ruolo che volevano cucirgli addosso. Dal disprezzo dei parenti per avere lasciato un lavoro che gli permetteva di mantenere la madre, alla permanenza nel deserto, forse presso una comunità di esseni, all'entusiasmo delle folle subito smorzato dal suo rifiuto del ruolo di re vittorioso. La delusione per il discorso della montagna, le fughe dalle cittadine sul lago di Cafarnao dove non era più gradito, alla persecuzione del farisei che vedevano in lui un possibile capo degli zeloti (li fautori della lotta armata contro i romani e le classi sacerdotali colluse con loro) e che gli mandavano dietro spie che continuamente gli facevano domande trabocchetto (per accusarlo di apostasia o di magia o di bestemmia, tutti reati punibili con la morte), all'abbandono di buona parte dei discepoli e alla fine persino dei dodici. Anche l'accusa di essere un mangione e un beone, che a noi fa morir dal ridere, non era così innocua dato che conteneva l'accusa implicita di essere un bastardo condizione già di per sè sospetta perchè i bastardi erano più propensi a comportarsi male secondo gli ebrei. Di san Giovanni apostolo,Endo non parla, come se non ci fosse lì dove i Vangeli lo mettono. Sotto la croce Endo vede solo donne, di cui diverse sue parenti. Però, le parole di Gesù sono fino alla fine di speranza e di fiducia. A me è piaciuta molto la lettura di Giuda, in particolare dell'episodio dell'olio che si doveva vendere per dare il ricavato ai poveri in chiave ironica, che trovo assolutamente geniale. E anche la spiegazione della presenza di Pietro da Caifa è credibile anche se mi dispiace pensare che il suo tradimento possa essere stato così grave e la solitudine di Gesù al momento della crocefissione così totale.
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