Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La vera malattia è il male di vivere
"La menzogna è quella che fino al giorno prima si chiamava lavoro, o dovere, o ambizione, o amore, o famiglia. Ci vogliono mille, diecimila giorni e notti, affinché in un corpo, e al suo interno in un sistema nervoso, nei centri sensori, quella menzogna si trasformi nell'unica insopportabile realtà; finché un giorno l'organismo, l'intero individuo, con un atroce rantolo, si mette a urlare al mondo sotto forma di malattia quella menzogna, che nel frattempo si è tramutata in una intollerabile sensazione di panico. Urla che non tollera più il proprio ambiente, o la propria vanità, o la routine con cui ha cercato di stordire, come con un narcotico, il vuoto esistenziale; che non tollera più quell'esercizio meccanico in cui si è trasformato il talento che Dio gli ha donato. E allora geme, e urla, ed è assalito dalla nausea come se l'avessero avvelenato. Ed è proprio così, infatti: l'hanno avvelenato con il veleno più volgare, che non conoscevano né i ciarlatani della corte dei Medici, né i Borgia... La vita diventa un veleno se non crediamo in essa, quando non è che un mezzo per saziare la vanità, l'ambizione, l'invidia. E si comincia ad avere nausea". La malattia fisica come risultato del malessere mentale è il concetto alla base di questo bellissimo testo del grande maestro ungherese. È quello che succede al famosissimo musicista magiaro Z. negli anni turbolenti della prima metà del secolo scorso. Il protagonista è in viaggio per Firenze, dove è atteso per una delle sue acclamatissime esibizioni, quando si accorge all'improvviso che qualcosa in lui è cambiato. C'è un istante in cui, senza provare né dolore, né paura, né eccitazione, si rende conto che la sua vita si è staccata da tutto ciò che fino a quel momento ne era stata condizione imprescindibile. Una piccola avvisaglia di ciò che succederà a breve, proprio sul palco di quella meravigliosa città barocca, che sancirà per Z. l'addio alle scene. La malattia si manifesta palesemente, attacca il corpo del malcapitato con dolori lancinanti che solo i tanto agognati rendez-vous chimici a base di morfina riescono ad alleviare. Z. si ritrova bloccato per mesi in un letto d'ospedale, lontano dalla sua patria, dai suoi cari, isolato da un mondo in cui, frattanto, imperversa la guerra. Ha contatti solo con il medico ed il suo assistente, nonché con le quattro suore che compongono il personale della clinica, le uniche figure del libro ad avere un nome. Ben presto capisce che per lui, ma più in generale per tutti gli esseri umani, la malattia è diretta conseguenza di un profondo malessere interiore, di quel male di vivere che attanaglia lui e i suoi simili e che spesso, quando diventa insopportabile, trova sfogo martoriando il corpo nelle più svariate maniere. Z. prova a lottare, si comporta da paziente modello, ma ad un certo punto sembra destinato a soccombere. In punto di morte si rende conto che c'è una persona che lo ama che ha deciso di lottare al suo fianco, quasi al suo posto. Che sia E., donna per cui nutre un profondo amore platonico, probabile causa del suo male? E se non lei, chi? Servirà questo inaspettato e misterioso sostegno a salvare il nostro artista? L'unico modo per saperlo è farci guidare dalla ricercata penna di Sandor Marai in questo delicato e struggente viaggio introspettivo che amalgama con grande sapienza amore e morte, vita e malattia, passione e menzogna, musica e letteratura, ammaliandoci con la prosa poetica e la notevole capacità empatica a cui l'autore ci ha abituati. "...E a un tratto capii di essermi smarrito. Ondate di gelo assalivano il mio corpo. Giacevo immobile, sentivo sciabordare nelle membra le onde della coscienza purificata, come se mi trovassi in un deserto di ghiaccio e non avessi più voglia di muovermi... e in quel momento vedessi e comprendessi tutto, la strada che mi aveva condotto fin là, e la meta stessa di quel viaggio".
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
Anche per me si tratta di un libro bellissimo. Con la rilettura ci guadagna ulteriormente in profondità. Sicuramente uno dei libri più belli di Marai ; in assoluto.
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |