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La porta
 
La porta 2019-10-04 09:44:50 lapis
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    04 Ottobre, 2019
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Emerenc

A Budapest, una vecchia dal capo coperto spazza la strada in un burbero silenzio, per ripulirla dalla neve, che intanto continua a cadere. Lavora ogni giorno con energia sconfinata, vegliando sul quartiere con la sua bontà anarchica e lunatica, capace della più assoluta generosità così come delle più sgradevoli rudezze. E, a fine giornata, torna a rinchiudersi dietro la porta della propria casa, quella porta invalicabile a tutti che custodisce il segreto della sua solitudine.

È la vecchia portinaia Emerenc. Con il suo portamento regale e il suo viso liscio come la superficie di un lago, sembra quasi una figura biblica, che si accolla in silenzio i pesi delle vite altrui senza mai confessare i propri di pesi, di dolori, di desideri. Refrattaria alle chiese così come alle arti, il suo è un linguaggio d’amore senza precetti e senza poesia, fatto di piatti cucinati e gesti concreti, duri, sgarbati, sinceri. Eppure, il cuore di Emerenc è un cuore dolente, che cerca di difendersi attraverso una porta inespugnabile dal tradimento e dalla delusione che l’amore le ha sempre riservato. Solo alla scrittrice, voce narrante di questa storia, sarà consentito avvicinarsi e toccare quella solitudine indossata con dignità e fierezza. Sarà in grado Magda di non tradire quest’ultima speranza d’amore?

“Emerenc era venuta in città, la città l'aveva accettata, lei invece non aveva accettato la città, perché il suo unico mondo reale esisteva dietro una porta chiusa”.

Ogni tanto si incontrano, in letteratura, figure capaci di stagliarsi dalla carta e marchiarsi a fuoco in un ricordo che pulsa di vita e di emozione. Allora leggere diventa difficile, a tratti lacerante, perché ogni parola brucia la pelle e incide nel profondo. Magda Szabò ci regala la storia di un sentimento puro ed incondizionato, nella sua complessità, portandoci nel contempo a riflettere sulla patina di vuoti sorrisi ed eleganti buoni maniere dietro cui si nasconde a volte una generosità germinata dal dovere e addomesticata dall’etica, ma priva della stessa spontanea sincerità. E alla fine non si può che piangere perché, nonostante tutto, il destino non offre scampo alcuno, non importa a quante mandate si serri la porta. E ci sono esseri umani il cui destino è “di non trovare posto nella vita degli altri”. Un libro doloroso e indimenticabile.

“Ma chi non é solo, mi piacerebbe saperlo. È solo anche chi ha qualcuno e non se ne accorge”.

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Commenti

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Manuela, anche a me questo libro è piaciuto molto. L'ho anche riletto, e in rilettura ci guadagna ulteriormente.
Che frase piena di verità hai estrapolato per collocarla in conclusione!
siti
05 Ottobre, 2019
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Libro stupendo! Mi aveva emozionato in modo straziante. Grande commento e grazie per la frase, rispolvera le atmosfere respirate.
In risposta ad un precedente commento
lapis
07 Ottobre, 2019
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Hai proprio ragione, Emilio, in rilettura le opere spesso ci appaiono diverse da come le ricordavamo, e talvolta (non sempre) ci guadagnano :)
Eppure quest'opera non la rileggerò tanto presto, l'ho trovata splendida ma altrettanto dolorosa.
Grazie per il commento, un caro saluto.
In risposta ad un precedente commento
lapis
07 Ottobre, 2019
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Grazie a te, Laura. D'accordissimo con te, è un libro capace davvero di suscitare emozioni profonde. Commozione ma anche sofferenza.
Un abbraccio.
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