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Minimalismo ma di qulaità
Mi sorprende l'atteggiamento di alcuni recensori che da determinati scrittori pretendano il livello assoluto. E' ovvio che capolavori come "L'uomo della pioggia" o "Il momento di uccidere" siano l'eccellenza di una eccellenza, ma appunto culmini di comunque vette. Grisham ci ha abituato a romanzi meno articolati, con personaggi ridotti, con tematiche morali precise. La confezione di questo, che sembra un racconto lungo e non un romanzo vero e proprio, si basa su un precetto caro all'autore: la redenzione o meno aulicamente il "mettere le cose a posto" in fondo sempre presente anche negli altri suoi narrati. In questo libro l'obiettivo si snoda tramite il baseball e il racconto di una tragedia frutto di invidia, cattiveria, fatalità, destino. Qui un figlio ormai uomo fatto "costringe" un pessimo padre in fin di vita a causa di un male incurabile, a fare ammenda nei confronti del suo passato. Così facendo ci porta in una vicenda di miserie umane e decadenza, indicando una via , seppur tardiva, di pentimento e se non di redenzione almeno "consolatoria". Non ci sono né vinti né vincitori. Solo uomini segnati che, soprattutto nella figura del padre, hanno trasformato le loro carenze in infelicità. Si può obiettare che il narrato sia una storia molto americana, con incursioni sportive di difficile comprensione per un europeo: in ogni caso il prodotto è piacevole al di la dei contenuti.