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Montagne russe e poi lei: Remedios la Bella
Questo capolavoro, ha tre parti a mio avviso.
La prima, credo la più geniale mai scritta, in cui vi è un turbine di vicende incredibili, uniche, esaltanti con un a infinità di personaggi che sono uno più interessante e caratteristico dell'altro. Insomma in questa prima parte del romanzo, si toccano vette altissime dell'arte dello scrivere.
Poi sopraggiunge una parte, piatta, ripetitiva e inconcludente, che è il nocciolo del racconto.
Credo sia questo normale, poichè sarebbe stato assurdo e irreale che l'autore avesse potuto proseguire a inventare personaggi e situazioni al limite di ogni possibile struttura immaginifica.
Quindi si arriva per forza di inerzia alla terza parte, quella finale che secondo me tocca delle vette di scrittura che sono degne dei classici russi.
Il finale poi è qualcosa di talemente sublime, atroce, irripetibile e grandioso che per il mio umile parere può essere annoverato tra i primi tre finali più belli della storia della letteratura mondiale.
Quando penso a questo finale, ho la pelle d'oca poichè in poche righe il genio dello scrittore, traccia il destino poi di ogniuno di noi.
Vorrei fare una digressione, su un termine spesso usato durante la lettura "vento perenne", che qui assume dei significati quasi biblici. Una definizione unica e meravigliosa che si staglia come una lama nei destini di molti personaggi che troverete durante la lettura.
E poi tra i tanti indimenticabili personaggi uno che più di tutti mi ha colpito è quello della bella, meravigliosa Remedios. Talmente sublime nella sua figura, che tutti coloro che hanno la fortuna-sventura di osservarla, sono quasi presi da un senso di disperazione per l'enorme desiderio che suscita in tutte le persone che la guardano. Perchè come diceva o scriveva il buon Gabriel Garcia: "Remedios la bella emanava un alito di conturbamento e una raffica di angoscia: gli uomini affermavano di non aver mai sofferto un’ansietà simile a quella che produceva l’odore naturale di Remedios".
Grazie Gabriel per averci donato bellezza e fantasia.