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Berta e Tom
«Allora immaginano un termine, una pausa, uno stacco o una frontiera, segnato dal momento in cui ci si addormenta, che in realtà non c’è: il tempo continua ad avanzare e ad agire, non solo sul nostro corpo, anche sulla nostra coscienza, a lui non importa se dormiamo profondamente oppure siamo sveglie e all’erta, se soffriamo d’insonnia o ci si chiudono gli occhi nostro malgrado come sentinelle alle prime armi in quelle guardie notturne che in Spagna, chissà perché, vengono dette imaginarias, forse perché il giorno dopo sembra non siano mai esistite, a chi è rimasto in piedi mentre il mondo dormiva, ammesso che sia riuscito a rimanere sveglio e a non farsi arrestare o passare per le armi in tempo di guerra. Un solo colpo di sonno invincibile e ci si può ritrovare morti, o addormentati per sempre. Che grande rischio nella più piccola cosa.»
Berta Isla, nettamente madrilena, è di una bellezza mora, temperata, dolce e imperfetta. Nessuno dei suoi lineamenti è abbagliante ma nell’insieme il suo volto e la sua figura turbano, esercitano un magnetismo irresistibile proprio di quelle donne ridenti e allegre, inclini alla risata. Sembra essere sempre contenta o comunque saper esser contenta con poco o sembrare esserlo ad ogni costo. Berta, nel maggio 1974, ha sposato Tomàs Nevinson nella chiesa di San Fermìn, dopo anni di relazione ma senza mai fare l’amore con lui e dopo aver perso la verginità in un giorno molto particolare e indimenticabile con un uomo di nome Esteban Yanes, incontrato per caso e mai più rivisto. La loro unione è caratterizzata da un profondo senso di solitudine, una condizione che fa da leva all’intero lavoro di Marias.
«La distanza reiterata permette questo, che nessuna delle fasi alterne sia davvero reale, che entrambe siano come fantasmatiche, che ciascuna sfumi e neghi all’altra finché dura il suo regno, e quasi la cancelli; e che, in definitiva, nulla di quanto accade durante quelle fasi sia del tutto terreno o vissuto da svegli, che nulla conti come realmente accaduto o abbia troppa importanza. Tom e Berta non sapevano che quella sarebbe stata la cifra di gran parte della loro vita insieme, insieme ma con poca presenza e senza limiti precisi, insieme ma dandosi le spalle»
I due personaggi delineati sono caratterizzati da aspetti molto diversi tra loro, eppure, sono magistralmente costruiti. Mentre Berta è la donna indecisa, incapace di compiere scelte determinanti, Tom è l’uomo che si è perso, che ha perduto se stesso, che ha perduto la sua identità. Ciò lo porta a vivere in una profonda condizione di rassegnazione che ne comporta il trascinarsi di una vita/non vita in cui i fatti scorrono, il tempo trascorre inesorabile, le cose accadono e non accadono.
«Non c’era niente di meglio che credere di aver perduto la forza di volontà, di essere alla mercè delle onde e della risacca, di potersi cullare e abbandonare: o forse sì, è meglio poter credere che la nostra volontà è nelle mani di un altro, e che tocca a lui ora decidere che cosa accadrà.»
Questa perdurante estraneità racchiusa nel rapporto, radicata in questa comunione di non condivisione rimarca quella dimensione di ombra che è una frontiera invalicabile. L’uomo si chiude all’interno dei suoi pensieri, dei suoi ricordi e non consente l’accesso a terzi, in particolare alla moglie che per naturale effetto si accontenta di quel che gli è concesso, vive con quel che semplicemente le viene dato. Ed è sempre a lei che è affidato il compito di narrare. Un compito affatto facile se si pensa che all’interno di questo romanzo le vere colonne portanti sono la precarietà, il dubbio, l’incertezza, la supposizione, il pensiero, le ipotesi, la scelta. Siamo davvero liberi di scegliere? O in verità la nostra libertà è vincolata alle scelte altrui, è condizionata da fattori occasionali, esterni, imprevedibili che ne delineano le sorti? Cosa si cela alla base del rapporto umano, nel caso di specie tra Berta e Tom, quando l’uno è stato indotto a una decisione perché convinto di non avere alternativa e l’altra è l’effetto di un qualcosa che l’ha radicata ad essere una parte vacua, fittizia nella vita del compagno?
Un elaborato avvalorato da una scrittura preziosa, pregiata, raffinata e caratterizzato da una trama solida, fortemente introspettiva e capace di suscitare tante riflessioni nel lettore che è catturato pagina dopo pagina e chiamato ad interrogarsi sul proprio percorso personale.
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Commenti
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Come ho scritto anche a Chiara, l'autore in questione mi spaventa un poco perché l'avevo trovato pesantemente prolisso nel romanzo "Gli innamoramenti"... :(
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