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Umano ed "umanoide"
Torna Ian McEwan con Macchine come me, un romanzo che Julian Lucas in “The new Yorker”, ha così recensito:
“Geniale e sensibile … Un dramma domestico retro futurista che si fa monito intenso sui temi quali intelligenza artificiale, consenso, giustizia.”
Sicuramente un romanzo profondo ed intenso, con un protagonista assoluto: Adam, che è un robot, molto bello e potente. Charlie Friend, con i soldi ereditati dalla madre, compra una macchina, ovvero Adam, con il quale pensa di conquistare l’amore di Miranda. Con lei cerca di comprendere i meccanismi con i quali l’umanoide opera e si comporta. Adam è totalmente razionale, è però anche:
“un articolo da compagnia, sparring partner intellettuale, amico e factotum.”
Ma Miranda è così sfuggente, perché nasconde un terribile segreto. Riuscirà l’intelligenza artificiale e il sentimento del nostro protagonista a scardinare le sue protettive corazze?
Un libro sofisticato, scritto con l’uso di una prosa perfetta. Ambientato nella Londra del 1982, dove si è appena conclusa la guerra delle Falkand, è un viaggio nel passato, che tratta, con sapienza e perizia narrativa, questioni di grande attualità, legate all’intelligenza artificiale, al suo uso e consumo. Nell’ottica, a tratti sconvolgente, che pone indiscussi interrogativi, che guarda a:
“noi umani, in una vita così breve, che siamo in grado di costruire macchine immortali.”.
Un testo dissacrante, cronico, macchinoso e destrutturante
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