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Raskolnikov è sempre e solo Raskolnikov
Ogni volta che mi capita di parlare con un russo o una russa di Raskolnikov, mi guardano ed accennano ad un sorriso.....loro sanno che sono figli dei uno dei più grandi geni che hanno calpestato il mondo, Dostoevskij. E come se un russo mi chiedesse del Caravaggio o di Michelangelo. Cosa potrei loro rispondere davanti ai nostri Illuminati che hanno donato lustro a questa nazione ed evoluto l'umanità al bello e al sublime.
Ecco Raskolnikov è uno dei frutti più fecondi che l'immenso scrittore ci ha voluto donare, preso in un attimo di magnanimità verso l'uomo.
Come quando il Caravaggio si è posto davanti a una tela nera è ha impresso il pennello per regalarci il "Narciso".
Da quando il giovane russo si sveglia nella sua cameretta, che appare come una tomba, si viene catapultati nella realtà della Russia di un secolo e mezzo fa, che potrebbe tranquillamente essere una qualunque società contemporanea, visto che desideri, peccati, follie, amori e illusioni attraversano epoche e società in quanto insiti nella natura umana.
E' uno dei libri, dove più forte è il tema del Nichilismo, che caratterizzerà sempre l'opera di Dostoevskij.
La domanda che si pone il protagonista è semplice: come mai, io giovane e povero debbo condurre una vita miserabile per decine di anni, quando a pochi passi da me c'è una vecchia avida che sguazza nell'oro e che preso non saprà che farne di tutta la sua ricchezza? come posso io far cambiare questo stato di cose?
E' un quesito all'apparenza banale, ma che ha un infinità di risvolti morali che si fa fatica a uscirne fuori e trovare una risposta giusta.
All'inizio è facile giudicare questo giovane e le sue idee, ma man a mano che si prosegue nella lettura del capolavoro, incominciano ad emergere dubbi e domande nel lettore (o almeno questo è quello che è successo al sottoscritto).
Lo scrittore si diverte a non dare un punto di riferimento negli avvenimenti. Crea un thriller, un giallo fatto di personaggi oscuri, ambigui, sporchi e spesso cattivi.
Proprio qui che nasce una domanda cardine del nichilismo: nulla ha un senso, tutto è frutto del peccato e dell'avidità della cattiveria umana, e quindi se non c'è una morale chiara e limpida. diviene inutile cercare un senso alla realtà, appellarsi a un qualche convincimento religioso o legislativo. Ognuno è libero di operare come meglio crede, a suo piacimento.
Ci sono scene meravigliose: quelle nel tugurio dello studente, la scena con la vecchia strega, lo strano personaggio che segue il nostro protagonista per le strade brulicanti di persone della vecchia Pietroburgo o Leningrado come si preferisce.
L'apice della lettura, la si ha nelle pagine conclusive, con un finale, che permettetemi di dire è un qualcosa di talmente forte, unico, potente che a mio avviso è tra i più grandiosi e poetici dell'intera letteratura mondiale.
Leggere Delitto e Castigo, è qualcosa che va al di la delle pagine, del racconto: interpretare questo capolavoro è un qualcosa che può darci la possibilità di essere vicini a questi scrittori, eletti fra gli uomini.