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DELL’AMORE SOLO L’OMBRA
E’ una tela, un arazzo che ha come sfondo un paese che vive di arresti arbitrari, improvvise sparizioni e esecuzioni sommarie e su questo Isabel Allende, attraverso i vari personaggi, ricama l’immagine di un preciso periodo storico. Il Cile, oppresso dalla dittatura di Pinochet, è il paese che fa da sfondo a questo romanzo.
Una storia che vede i due protagonisti Irene Beltran, giornalista e figlia anticonformista della ricca borghesia cilena, e Francisco Leal, figlio di emigrati spagnoli a loro volta scappati dalla dittatura franchista, psicologo sulla carta e fotografo per arrotondare lo stipendio, coinvolti in un mistero, devono scoprire che fine ha fatto Evangelina Ranquileo, una ragazzina affetta da strane convulsioni a cui sono attribuiti poteri miracolosi.
Sono tanti i personaggi che rendono vera e reale questa storia, Beatriz la madre ricca e superficiale di Irene, la famiglia Leal il cui cognome è ovviamente evocativo di un senso di lealtà per ciò che è giusto, Gustavo Morante il fidanzato militare di Irene (soprannominato da un Francisco segretamente innamorato il Fidanzato della Morte), il tenente Juan de Dios Ramirez colui che agisce per le ragioni di Stato,gli ospiti della casa di riposo “La volontà di Dio”, la povera famiglia Ranquileo che si vede un figlio militare sparire all’improvviso e la medesima sorte per la figlia “scambiata” Evangelina, la famiglia Flores le cui madre e figlia (“l’altra Evangelina”) si vedono decimare i propri cari dalle Forze armate, Mario il parrucchiere omosessuale che con discrezione chiude occhi e orecchie di fronte alle istituzione ma nel più intimo del suo cuore è ribelle alle ingiustizie palesi e poi c’è lui, il Generale, colui che da l’alto sposta le pedine, di lui non un nome o un’immagine, solo una voce all’altro capo del telefono.
Tra Irene e Francisco quella che inizialmente è un’amicizia, diviene mano mano una passione comune e la passione si trasforma in amore, un amore che però è solo un ombra che fa luce su un governo malato, un pretesto per raccontare la storia di persone che sono alla ricerca disperata della verità, che sono disposte a rischiare tutto in ragione della giustizia e per denunciare uno stato militare violento e corrotto. Non è una storia d’amore normale perché vissuta in un paese dove lo Stato si intromette ovunque, l’amore tra Irene e Francisco rappresenta la speranza degli oppressi, la loro passione è l’immagine delle persone che contro ogni avversità non si arrendono e vanno avanti nel nome di un ideale di giustizia e verità.
La scrittura di Isabel Allende è scorrevole ed elegante e io la percepisco come un’eleganza di altri tempi, la storia diventa anche cronaca e a questa viene dato il giusto peso per riflettere, in questo romanzo l’Allende è impeccabile nel delineare il destino dei suoi personaggi come parte indissolubile del destino di un intero paese segnato da differenze di classe, ingiustizie sociali e ricerca di una propria identità, una storia che parla dei diritti umani e della loro perdita, della difficoltà nel denunciare i soprusi e smuovere una coscienza collettiva “La rivoluzione, diceva, deve provenire da un popolo che si desta, prende coscienza dei propri diritti e delle propria forza, sceglie la libertà e si mette in marcia”. Isabel Allende tesse un vivido ritratto di cosa significa vivere in un paese che ha il pieno e arbitrario controllo delle vite altrui.
E’un grande romanzo che ho letto tanti anni fa, sulla quarta di copertina riporta ancora il prezzo in lire, e nonostante l’ho riletto tante volte e sono passati tanti anni è sempre un gran bel libro.
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