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Ma si insegna la scrittura?
Un'insegnante di scrittura creativa a cui più persone raccontano o nell'ambito del suo corso o al di fuori, frammenti della propria vita, annota queste storie nel suo libro intitolato appunto Resoconto. A me sembra che la scrittrice sia a caccia di vita vera, che insegua questi racconti come farebbe una persona che si è smarrita nella letteratura allontanandosi troppo dalla realtà a caccia dell'ossigeno che si respira su questa terra. Il distacco dalla vita è percepito da lei come baratro e come ostacolo alla scrittura anche se questo aspetto non è mai chiaramente detto. L'autrice vorrebbe secondo me accorciare le distanze, avvicinare vita e letteratura. Non è però questo il tipo di testo che può riuscire a farlo, anche perchè il fatto stesso che tutti raccontino la propria vita alla scrittrice aprendosi senza fare difficoltà è di per sè irrealistico, in più l'autrice si perde in riflessioni molto interessanti ma sempre più astratte e astraenti cioè intellettuali. Comunque le storie sono tutte belle e interessanti e il libro è stilisticamente pregevole e raffinato. Certo, che dei dubbi su quel corso di scrittura creativa sono venuti anche a me. Intanto è fatto come una riunione degli alcolisti anonimi, con i partecipanti che devono raccontare tutti un fatto vero. Raccontare, non scrivere. Ma perchè un fatto vero? Non so, la mia impressione è che alcuni scrittori sentano la nostalgia (nostos) della vita autentica come se scrivere rendesse tutto un po' finto, coltivato in serra, artificioso. Per questo l'insegnante non insegna a uscire dal mondo ma a rientrarvi, e a gente che ancora tiene i due piedi nel mondo e avrebbe bisogno di liberare l'immaginazione e di imparare a fare altro.
Comunque la scrittura è molto bella, curata, alta. Verso la fine si ha la netta sensazione che la letteratura abbia accalappiato l'autrice e non la molli più, addio vita vera.