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un porno-horror
Confesso, a un certo punto mi sembrava di leggere il copione di qualche film porno degli anni 70, con quei dialoghi surreali e volutamente sospesi tra l'osceno e il divertito.
E' accaduto a metà libro, quando il Male si era completamente impossessato della bimba e la faceva blaterare come una vecchia bagascia di lungo corso. A quel punto il libro a perso ai miei occhi tutto il suo valore e da allora ho proseguito la lettura senza sussulti, ma in mezzo a diversi sorrisi.
E' strano che un opera, definita da molti tra le più paurose mai scritte, mi abbia indotto a ridere, però come non si può cadere nella comicità quando c'è da parte dell'autore la voglia di far scandalizzare il lettore, come quando la giovincella utilizza in una maniera non appropriata il crocefisso o tutte le scurrilità vomitate in faccia ai due esercisti.
Poi per non parlare della figura della madre della ragazzina. La grande attirice. Una figura veramente odiosa ed antipatica nella sua incapacità di vedere come stanno realmente le cose ed il suo voler sedurre il povero prete.
Quello che invece ho trovato grandioso e di una bellezza sublime è la descrizione dei luoghi in cui si svolgono i fatti.
Dalla casa infestata fatta di mattoni scuri, al meraviglioso campus univeristario, per finire alle abitazioni dei prelati. Per non parlare poi della minuziosa narrazione delle strade della Georgetown, un distretto molto caratteristico di Washington DC.
Il libro era partito bene con il ritrovamento della statuetta demoniaca, poi mi aveva dato abbastanza brividi con la descrizione dei rumori improvvisi per la casa, ma appena il diavolo si manifesta e invade ogni cosa e appunto si de-cade nello scurrile e nel porno, diventa troppo spassoso continuare a leggere le fantasiose e uniche parole di questa bimba che sembra una via di mezzo tra un camionista arrabbiato nero perchè gli hanno fatto fuori il carico e una buona donna di vecchio stampo.
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All'epoca le parole della bimba apparivano come possibili solo attraverso una possessione, per questo così d'impatto.
Credo almeno.
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