Dettagli Recensione
Il cuore è un cane che torna a casa...
Un libro sull'appartenenza, sulle perdite e sui ritorni.
Sei persone ai margini...ai margini di un bosco, ai margini della società, ai margini della vita.
Sei persone che hanno perso qualcosa, qualcuno, se stessi...che cercano di ritrovarsi l'un l'altro, specchiandosi nella perdita altrui, cercando nella speranza dell'altro il coraggio di non perdere la propria.
Alice, Rachel, Malcom, Lily, Jamie e Walter hanno perso i loro cani...questi ultimi hanno abbandonato (e qualcuno è stato costretto a farlo) il calore e le comodità domestiche, per unirsi in branco con altri cani nel bosco, per ritrovare la loro vera dimensione, la libertà di appartenere solo a se stessi.
E non vogliono tornare.
Così, ogni sera, i padroni abbandonati si ritrovano al limitare della foresta per gridare i nomi dei loro animali perduti, per sentirsi meno soli, per studiarsi, raccontarsi, due di loro si innamorano anche...impauriti ed allo stesso tempo attratti da quella linea di confine che li separa dal mondo selvaggio, incapaci di scegliere tra l'ancestrale natura animalesca e il desiderio di essere addomesticati.
Libertà o sicurezza?
Amore o solitudine?
Sí, perché l'amore crea una dipendenza che limita, che implica fiducia, abbandono, debolezza...
E a poco a poco, sera dopo sera, diventano un branco anche loro: uniti nelle loro miserie e in fuga da se stessi.
Un romanzo corale, profondo, difficile da raccontare perché complesso nella sua bellezza, portatore di riflessioni stratificate, grande metafora della paura di amare, ma anche del desiderio intrinseco dell'uomo di liberarsi dalle costrizioni sociali.
Un romanzo sui legami, sulla difficoltà di crearli, alimentarli e mantenerli, sul dolore dell'abbandono e sulla felicità, quando possibile, del ritorno.
"Il cuore è una creatura selvaggia e in fuga.
Il cuore è un cane che torna a casa."
Helen Humphreys si riconferma, per me, dopo "La verità, soltanto la verità", una scrittrice eccezionale, elegante, profonda e introspettiva.