Dettagli Recensione
Il labirinto del cuore
Il libro di Tammuz non è bellissimo o imprescindibile ma la figura del protagonista, l’agente segreto, è di grande fascino. Le sue lettere sono bellissime, sicuramente le pagine migliori del romanzo che ha forse ispirato il romanzo epistolare di David Grossman Che tu sia per me il coltello, che non a caso cita una frase della lettera a Milena di Kafka. In entrambi i romanzi, oltre che nella vita di Kafka, c’è una storia d’amore epistolare che deve la sua grande forza alla immaterialità di lui, più voce che persona e al desiderio di lui più che a quello di lei. Questo è evocato dal nulla dalla forza della voce di lui. Anche in questo caso la potenza della voce si distacca dalle insicurezze dell’uomo di carne per diventar canto irresistibile dell’anima. La persona materiale di lui, invece è un uomo con le sue debolezze, che vive in atteggiamento di strenua difesa di se stesso in uno spazio mentale delimitato, direi morbosamente chiuso, da cerchi concentrici, 3 cerchi, il primo dei quali, quello più interno, è il cerchio della musica e quindi dell’amore assoluto. C’è l’idea che ogni uomo sia chiamato a questo amore per la donna scelta per lui in cielo, se solo l’ufficio cuori solitari del cielo funzionasse. Invece, la burocrazia funziona male anche in cielo. Il fatto di non dover mai scendere a patti con le imperfezioni della realtà, rende il rapporto tra i due assoluto e del tutto al di fuori della materialità dei corpi, come fosse fatto di puro spirito o di sola musica, quindi al di sopra della infedeltà materiale sia di lui che di lei.
La cosa più misteriosa del libro è il suo titolo: forse potrebbe fare riferimento ai labirinti dell'animo umano, cuore e mente, tra i quali l'essere umano si ritrova metà uomo metà bestia e deve cercare di uscirne in qualche modo o uomo o bestia. Perciò la cosa importante del percorso è soprattutto il ritrovarsi su due gambe, vivi o morti non conta, e l'amore potrebbe essere il filo che porta fuori dal labirinto ovvero dal cerchio.