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Il re di Zembla
La grandezza di Nabokov l’ho scoperta di recente con la rilettura di “Lolita”, uno tra i libri migliori che abbia mai letto, per poi averne conferma con “Fuoco pallido”. Nabokov è colui che affermò in veste critica che Dostoevskij non scrive bene e che è sopravvalutato, i suoi romanzi essendo lontani dall’essere dei capolavori letterari, pertanto da lui come scrittore ci si aspetta molto e a me non ha deluso, anzi.
“Fuoco pallido” è un romanzo insolito come forma perché si presenta come un articolato commento ad un poema, accompagnato dalla Prefazione e delle Note del curatore e critico di tale poema, “Fuoco pallido” scritto da John Shade. Questo induce un po’ in errore il lettore, credendo di avvicinarsi quasi a un saggio o comunque non a un romanzo con una trama stimolante e dei personaggi ben definiti, io stessa l’ho pensato. E invece non è così, “Fuoco pallido” è un romanzo a tutti gli effetti, forse unico nel suo genere per la forma insolita, ma compatto e molto intelligente. Scritto in prima persona dal curatore del poema Charles Kinbote, il libro descrive ciò che lui avrebbe voluto che John Shade scrivesse attraverso il suo poema e cioè la storia del regno di Zembla (regno immaginario) del quale Kinbote pretende si esserne il re fuggiasco, il poema autentico invece è autobiografico e in esso John Shade rispecchia la sua vita e i momenti più cruciali, senza il minimo accenno alla distorta ed erronea interpretazione di Kinbote. Anzi, il lettore si renderà ben presto conto di quanto sia disturbato e perseguitato il poeta dal suo ingombrante e pazzo futuro curatore del poema, senza dubbio affetto da qualche mania e che non da la minima sicurezza di ciò che afferma. Questa situazione parallela di realtà- fantasia tra il poema e il suo commento susciterà immancabilmente le risate perché completamente diverse. Sicuramente è anche una parodia ai vari critici letterari che spesso e volentieri ci mettono del loro e rovinano il messaggio che un’opera si propone di trasmettere e spesso lo si fa per il proprio narcisismo, mettendo quasi in ombra (Shade) l’autore e la sua opera per mettere i riflettori sulla propria visione delle cose.
Nonostante la strana forma Nabokov riesce a tenere vivo l’interesse di un lettore non solo attraverso la comicità implicita dell’equivoco ma anche attraverso le due storie che Kinbote intreccia: quella del regno di Zembla e quella della sua “amicizia” con il poeta Shade al quale la racconta, convinto di essere la sua musa; entrambe le storie vengono gradualmente avvicinate e unite attraverso un altro personaggio, Gradus, che darà una impronta gialla al romanzo. Da notare i nomi dei personaggi, tutti sono rappresentativi e cambiano anche, Gradus ad esempio in Francia si chiamerà Degré! Shade- ombra, Kinbote cambia varie volte attraverso anagrammi per esempio Botkin etc.
Il testo è anche pieno di riferimenti letterari che ho apprezzato moltissimo (soprattutto quelli a Proust e alla sua opera) e sommati alla forma strana, agli artifici letterari usati, alla bellezza della prosa, alla leggerezza dovuta alla comicità, “Fuoco pallido” risulta essere una lettura incantevole se la si prende per il verso giusto, perché secondo me gli si deve andare incontro, la si deve cercare, per leggere questo libro il lettore deve avere voglia di giocare un po’ con Nabokov, di seguirlo e di trovare gli indizi che gli lascia strada facendo in questo mondo inventato che è il regno di Zembla e non solo.
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Commenti
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Per Nabokov invece vedrai che sarà puro divertimento, io continuo sempre con lui, con "Ada o ardore".
I riferimenti proustiani li amo nella sua opera, in Fuoco pallido ci sono molti, il mio preferito è quello in cui Kinbote regala a Sybil una copia di un volume della Recherche in cui aveva sottolineato un frammento in cui una dama(non ricordo il nome) si rammaricava falsamente per una mancata presenza ad una soirée di una sua conoscente, che non l'aveva per l'appunto invitata perché sapeva che non gli avrebbe fatto piacere una serata mondana e quindi noiosa- per sottolineare il mancato invito al compleanno di John Shade. Anche il Lolita ce ne sono di moltissimi! Goduria per un proustiano...
ps: In Fuoco pallido compaiono anche i fauni e le ninfette (vedi la ragazzina domestica degli Shade che secondo Kinbote non vede l'ora che la moglie si allontani per poter sedurre Shade).
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