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...siamo tutti Popinga ?
E un noir trattato dal punto di vista del colpevole
Popinga è un uomo standard, con qualche talento (… uno è gli scacchi), soffocato però da una vita regolare e abitudinaria, buon lavoro, casa discreta, famiglia normale, qualche serata al circolo o sosta al bar.
Ma dopo un grave inconveniente in ambito lavorativo, riflettendo sul suo stato, si trova immerso in un mare di mediocrità da cui decide improvvisamente di evadere.
Dopo un omicidio che commette quasi per caso è quasi compiaciuto nel suo nuovo ruolo di latitante fuggiasco, infastidito però dall’ opinione che di lui scrivono i giornali in cui non si riconosce, e anche dal fatto che si ritiene un po' sottovalutato dalla Polizia.
Più che sull’intreccio o sulla trama, il libro è incentrato sulla personalità del protagonista che risulta anche simpatico, e non è senz’altro nel il male come lo ritengono gli sconosciuti, o completamente folle come invece lo ritengono i conoscenti più vicini. Ma nemmeno lui sa bene chi è.
In questo bel racconto, viene trattata la banalità del male, forse ognuno di noi ha un Popinga dentro da tenere a bada.
La consapevolezza delle nostre abitudini, la percezione di aver buttato via il tempo, la cosa più preziosa che abbiamo, più diventare insopportabile, è può bastare qualcosa che rompa questo equilibrio ed essere capaci di mandale all’aria tutto